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Bari, non c’è pace per le campagne: oltre 60 siti usati come discariche a cielo aperto

Pubblicato da: redazione | Mar, 22 Giugno 2021 - 07:15
rifiuti

Nel territorio barese ci sono oltre sessanta siti in cui insistono fenomeni a danno dell’ambiente e in cui, di fatto, frammenti di natura incontaminata sono discariche a cielo aperto. E’ quanto emerso dal gruppo di lavoro Gens Nova Odv che si è occupato di censire in particolare il territorio rurale di Bari e dei Comuni limitrofi. Un lavoro lungo un anno in cui è emersa una realtà ormai sempre più familiare per il territorio.

Lo scenario è infatti sempre lo stesso: il paesaggio tipico pugliese, pieno di campagne ricche di piante e alberi, tra cui gli olivi, sono spesso vittime dell’inciviltà. Da rifiuti indifferenziati a scarti edili, fino ad arrivare ad interi appartamenti lasciati nel cuore delle campagne, ma non solo.  Il gruppo di lavoro, nello specifico, ha effettuato una geo-localizzazione dei siti, mediante descrizione e rilievo fotografico con successivo inoltro alle Autorità competenti. La mappatura è stata poi stampata e inoltrata al Ministero della Transizione Ecologica, tramite la Prefettura di Bari, per la segnalazione di presunto danno ambientale.

“Ancora una volta Gens Nova si porge per una fattiva collaborazione istituzionale, cercando di tutelare una “vittima”, l’ambiente, di fatto indifeso e degno di tutela, gli ecoreati stanno divenendo sempre più una piaga del nostro territorio, aggredito e violentato da individui senza scrupoli, che traggono vantaggio e profitto a discapito della salute pubblica” – hanno commentato i volontari che, specificano “in questo anno hanno visto scene raccapriccianti”.

“Le immagini realizzate non rendono la gravità dello scempio consumato e perpetrato – proseguono – uno stupro senza eguali, al quale servono azioni concrete, e non certamente pagliativi, per risolvere una questione divenuta atavica e non più sostenibile, sia per i danni che produce nell’immediato, sia per gli effetti sulla salute nel medio e lungo termine, poiché il timore è che questi rifiuti, come spesso accade, siano dati alle fiamme” – hanno concluso.

 

Foto da repertorio

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