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Covid a Bari, è soggetto a rischio ma non può vaccinarsi: “Esenzione non sempre valida”

Pubblicato da: redazione | Dom, 12 Dicembre 2021 - 08:00
coronavirus tamponi

“Sono positiva al rischio di episodi di ictus e trombosi, non posso vaccinarmi, ma non tutti accettano l’esenzione. Spesso mi fanno storie e rischio di non poter lavorare, quindi faccio i tamponi. Il mio medico non mi avrebbe mai firmato l’esenzione, ho chiesto a un altro”. A raccontarlo a Borderline24 è una ragazza del Barese che a causa di un problema di salute non può effettuare la vaccinazione anti Covid-19 e non riesce pertanto ad ottenere il “via libera” per avere accesso alla vita sociale e lavorativa, al momento possibile solo con possesso di green pass. Ragion per cui, la stessa, è costretta il più delle volte a fare tamponi.

Ma entriamo nei dettagli. Il suo stato di salute ha radici lontane, la ragazza ha infatti perso la mamma, morta a causa di un ictus, quando era molto piccola. Problemi simili, con episodi riguardanti anche altre patologie, hanno coinvolto anche il resto della famiglia, tra cui nonna e bisnonna (morte per la stessa ragione della mamma) e infine suo zio, che è ancora in vita, ma ha avuto seri problemi al cuore e, dopo la vaccinazione Covid-19, ha avuto anche reazioni avverse. Ma non è stato solo questo a far suonare il campanello d’allarme alla ragazza.

“Ho effettuato un esame genetico inizialmente per un altro motivo – ha spiegato – l’anno scorso mi è stato diagnosticato il Papilloma virus. Quando ero piccola non mi ero sottoposta a vaccinazione, non avevo la mamma, nessuno con cui parlarne e avevo molta paura perché così come accade oggi, essendo un vaccino nuovo, c’erano tanti dubbi e tante ragazze che ebbero gravi conseguenze come problemi motori e fertilità. Certamente oggi è diverso, ma nel momento in cui ho scoperto di averlo non ho potuto fare altro che curarlo, in concomitanza a questo però ho sempre avuto un problema all’ovaio micropollicistico e, sin da quando ero più piccola ho sofferto di amenorrea. Ho avuto episodi seri, con assenza di ciclo mestruale per un anno intero” – ha sottolineato.

All’epoca, periodo in cui la ragazza era molto più giovane e non aveva pertanto ancora vita sessuale, la ginecologa capì subito che il problema riguardava qualcosa di specifico legato all’ovaio. In seguito ad analisi ne ebbero la certezza e risolvettero la questione tramite la prescrizione di una pillola anticoncezionale. Oggi però la situazione si è capovolta, tant’è che la pillola non è bastata a risolvere il problema. La ragazza, che si porta dietro da anni problematiche legate a ciclo (e non solo), una volta scoperto di avere il Papilloma virus e di essere di nuovo alle prese con l’assenza di ciclo, ha chiesto alla ginecologa (che intanto è cambiata) di ritentare tramite l’assunzione di pillola.

“Lei però – ha spiegato ancora la ragazza – conoscendo la storia della mia famiglia  e dei problemi genetici che mi porto dietro, molti simili a quelli di mia mamma, prima di prescrivermi una qualsiasi pillola, mi ha consigliato di effettuare un esame genetico per capire se fossi a rischio e se fossi positiva ad episodi di ictus e trombosi. Quell’esame è risultato positivo, ma nonostante questo lei mi ha prescritto la pillola. Si trattava di una pillola blanda, che sicuramente avrebbe funzionato con un soggetto normale. Ho iniziato a prenderla e per quattro mesi ho avuto di nuovo episodi di amenorrea, in più mi si addormentavano le mani e avevo problemi alle vene, soprattutto alla gamba. Nello stesso periodo era possibile anche vaccinarsi contro il Covid, ma avendo alla mano l’esame genetico e in contemporanea le controindicazioni, ho avuta molta paura. Non ho mai chiesto alla mia ginecologa se potesse farmi l’esenzione o meno, sapevo, magari sbagliandomi, che non me l’avrebbe fatta, anche perché nonostante l’esito positivo, mi aveva fatto prendere la pillola che non mi ha risolto i problemi, così mi sono rivolta ad un altro ginecologo” – ha sottolineato.

La ragazza si è messa così in contatto con un medico, sempre del Barese che, presa consapevolezza dei suoi esami e della storia della sua famiglia le ha firmato l’esenzione dal vaccino Covid-19 consigliandole inoltre di sospendere la pillola. “Il ginecologo mi ha confermato quello che già avevo intuito leggendo l’esito degli esami – ha proseguito la ragazza – dicendomi inoltre che con il vaccino, a causa dei problemi di salute che ho, avrei rischiato dei piccoli trombi ed era pertanto consigliabile non farlo, nonostante si trattasse di problemi risolvibili e curabili. Ho scelto così di non farlo. Intanto il ciclo, con la sospensione della pillola mi è tornato. Ma la mia esenzione non sempre è valida agli occhi degli altri” – ha sottolineato ancora.

Ad oggi, la ragazza, nonostante gli esami e l’esenzione firmata da un medico, pur non essendo il suo, è costretta in molti casi a farsi il tampone per lavorare o, molte volte, a dover rinunciare. “Per fortuna non mi fanno storie da tutte le parti – ha detto ancora – ma molti pensano che io gli stia prendendo in giro. Per maggiore sicurezza effettuo i tamponi ogni volta che devo lavorare e adesso anche per prendere il treno, in quanto mi sposto molto spesso, non avendo più la macchina. Mi sento in colpa ogni volta, ma è la storia della mia famiglia ed è anche la mia, sono soggetto a rischio. Io comprendo in pieno tutti i disagi che stanno vivendo le persone che hanno paura di non vaccinarsi e che vogliono farsi più esami per comprendere il loro stato di salute, ho effettuato un esame per caso e ho scoperto di essere a rischio, ma se non lo avessi fatto? La scelta dovrebbe essere libera, ma soprattutto consapevole. In tanti non stanno vivendo più e non sanno di chi fidarsi oramai” – ha concluso.

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