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Garanzia Giovani in Puglia, è bufera sui compensi mancanti: centinaia di formatori in attesa da mesi

Pubblicato da: redazione | Mar, 15 Febbraio 2022 - 13:00

“Una vergogna tutta pugliese, frutto della mala gestione e dell’improvvisazione. Centinaia di docenti da un anno, e più, in attesa di compensi. Decine di enti formativi accreditati senza liquidità, e migliaia di studenti che aspettano i rimborsi spese. Insomma, un corto circuito che, in fondo, sta mettendo in ginocchio decine di enti di formazione professionale riconosciuti dalla Regione Puglia”. Così si legge in una nota di Nicola Romolo Bellanova, che parla in rappresentanza di circa duecento formatori dal Gargano al Salento.

“Nonostante i percorsi formativi del pacchetto Garanzia Giovani siano di fatto conclusi da molti mesi – si legge nel comunicato – la Regione Puglia ancora non ha provveduto a liquidare i finanziamenti dei progetti svolti dagli enti accreditati. I corsi, partiti a scaglioni tra l’ ottobre 2020 e il gennaio 2021 e terminati al più tardi in primavera, non si sa se e quando verranno liquidati, nonostante i tempi ristretti di realizzazione richiesti dalla Regione. Il problema risolto per i tirocinanti, con tanto di annunci in pompa magna, invece resta ignobilmente aperto per i corsi di formazione, in una sorta di limbo che sta mettendo in crisi di liquidità centinaia di famiglie”.

“A precise e continue sollecitazioni degli istituti e noi docenti – sostengono i formatori provenienti da ogni angolo della Puglia – le risposte fornite sono state vaghe e, oggettivamente, inattendibili: emergenza Covid che non ha permesso i controlli, problemi di personale, burocrazia legata al bilancio regionale. E naturalmente, nessuna previsione sui tempi di liquidazione”.

“Ci sono centinaia di docenti contrattualizzati con prestazione occasionale o con Partita IVA – spiega ancora Bellanova nella nota – che hanno rinunciato ad altri incarichi o sacrificato la libera professione per vincolarsi con questi percorsi, fornendo sempre passione e competenza a cifre non basse ma nemmeno enormi. I crediti vantati da ogni formatore sono di alcune migliaia di euro, e tanti di questi professionisti hanno famiglia e scadenze da rispettare”.

Il pacchetto formativo “Garanzia Giovani” è una misura di sostegno e incentivo alla riqualificazione professionale e formazione per ragazzi dai 16 ai 29 anni, che possono usufruire di vari progetti della durata di 200 ore, una certificazione riconosciuta e un piccolo ma significativo rimborso spese. Un mercato della formazione che coinvolge una grossa fetta del bilancio della Regione, e centinaia di enti riconosciuti sul territorio. Ma il problema non risiede nella qualità dei servizi offerti dalle agenzie di formazione e da questi professionisti, quanto nella mancanza di sicurezza sui tempi di pagamento, subordinati alle verifiche e controlli dei registri e della rendicontazione di ogni singolo percorso.

“Andiamo avanti da mesi interpellando gli enti formativi – ammette Nicola Bellanova, portavoce di questo gruppo spontaneo di oltre duecento docenti -, sperando ogni mese che sia la volta buona per avere soddisfazione di un nostro diritto. E invece, con grande sorpresa abbiamo preso consapevolezza che ci sono problemi con i controlli delle documentazioni e delle lezioni online, risalenti a un anno e passa fa. Noi abbiamo sempre fatto la nostra parte con grande scrupolo e professionalità nella tenuta delle lezioni, nella gestione dei registri e nella tempistica. Evidentemente, nella macchina burocratica e amministrativa, qualcuno è andato nel pallone e ne stiamo pagando tutti”.

E se la prospettiva di un “esperto” verificatore imposto dall’autorità di controllo alla Regione dovesse diventare realtà, i tempi si prevedono ancora più indefiniti: “Gli enti formativi e gli uffici della Regione hanno tutte le documentazioni, compresi i minutaggi effettivi delle presenze rilevati dalle piattaforme online – continua -, e non capiamo dove sia il problema”.

Ci sono formatori che devono avere anche alcune migliaia di euro, che hanno impegni, scadenze e famiglia, rinunciando anche ad altri incarichi professionali. Oltre ai docenti, ci sono circa ottomila corsisti beneficiari dei rimborsi spese oscillanti tra i 200 e i 400 euro a percorso, che facevano affidamento per potersi permettere qualche sfizio e avere una piccola somma in salvadanaio: “Non si pretendono tutti i soldi subito, perché ci sono vari percorsi terminati in maniera scaglionata. Ma ci sembra il minimo ricevere chiarezza sui tempi e lo stato delle rendicontazioni di questi progetti, in modo che docenti, enti formativi e studenti possano respirare con un po’ di liquidità e gestire gli impegni quotidiani”.

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