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Taranto, pubblicavano atti di violenza su TikTok: in comunità 7 minori

La vittima un bracciante di 26 anni

Pubblicato da: redazione | Mar, 20 Maggio 2025 - 17:33
Furto cellulari

Hanno accerchiato il bracciante straniero 26enne e l’hanno preso di mira come fosse un bersaglio, colpendolo con sassi e oggetti contundenti fin quando non è rimasto immobile in terra, ferito al volto e al corpo. Un’aggressione brutale avvenuta il 27 gennaio scorso e di cui si è resa protagonista una banda di ragazzini che da tempo seminava il terrore tra le palazzine delle cosiddette ‘case parcheggio’ del rione Tamburi di Taranto. Ora per quel pestaggio 7 di loro, tutti minorenni tra i 14 e i 17 anni, sono finiti in diverse comunità educative in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale per i minorenni, Paola Morelli su richiesta del pm Lelio Festa. La misura è stata notificata dai carabinieri. I minori sono indagati per lesioni personali aggravate dall’odio razziale, resistenza a pubblico ufficiale, vilipendio, violenza privata e violazione del codice della strada. L’attività investigativa culminata nei provvedimenti cautelari è stata sviluppata con servizi di osservazione, pedinamenti, ascolto di testimoni e analisi dei profili social. I componenti della baby gang, che avevano creato una chat denominata “case parcheggio”, filmavano e poi pubblicavano su TikTok le proprie scorribande. Si tratta di tre 14enni (non imputabili), un 15enne, un 16enne e due 17enni.

Dopo il primo violento attacco al giovane straniero, che fu dimesso dall’ospedale con una prognosi di 20 giorni, il 29 gennaio sarebbero tornati alla carica: insulti, pietre contro la sua abitazione, rogo dei documenti e di effetti personali. Quando i militari intervennero per fermare il branco, si trovarono davanti una scena da guerriglia urbana: volti coperti, cassonetti usati come barricate, spranghe brandite e sassi lanciati contro le auto di servizio. Il 30 gennaio un nuovo episodio: due degli indagati, travisati e armati di bastoni, insieme ad altri, avrebbero cercato di occupare simbolicamente le case parcheggio, bloccando l’auto di una donna e costringendola a proseguire lentamente tra minacce, cori e lanci di pietre. Anche in quel caso, all’arrivo delle pattuglie, il gruppo avrebbe reagito con violenza. Durante gli interrogatori preventivi resi nei giorni scorsi, i minori hanno provato a minimizzare il proprio ruolo o a prendere le distanze da quanto accaduto. Ma la Procura minorile ha ritenuto le loro versioni contraddittorie. Nell’ultimo episodio documentato sarebbero rimasti coinvolti oltre 20 giovani, alcuni dei quali sono in via di identificazione. Molti dei presenti intonarono slogan offensivi contro i carabinieri. Il gip evidenzia nella misura cautelare che il gruppo agiva “seminando disagio e paura nel quartiere di appartenenza dietro logiche di dominio e prevaricazione, anche nei confronti della Autorità di Polizia” e che “la personalità negativa di ciascuno era esplicata verso soggetti emarginati per condizioni di vita e appartenenza etnica”.

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