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Realtà aumentata e intelligenza artificiale: cosa ci aspetta nei prossimi anni sui social media

Pubblicato da: C.P. | Mar, 10 Giugno 2025 - 10:04
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Indossare un paio di occhiali e vedere apparire nel proprio campo visivo offerte personalizzate, menu interattivi o recensioni in tempo reale. Partecipare a un evento live dal salotto di casa, con un avatar immersivo che ci rappresenta in un ambiente digitale condiviso. Modificare il volto di un influencer in diretta, o cambiare lo sfondo di un video con un solo gesto, senza bisogno di green screen. Scene che sembravano fantascienza solo pochi anni fa stanno diventando realtà quotidiana. E il mondo dei social media è il terreno dove queste trasformazioni stanno accelerando più rapidamente.

Tra le tecnologie che stanno ridisegnando il panorama digitale, due in particolare si preparano a lasciare un segno profondo: la realtà aumentata (AR) e l’intelligenza artificiale (AI). Già oggi sono ampiamente utilizzate, ma il vero salto sarà nei prossimi anni, quando saranno integrate in modo sempre più nativo nelle piattaforme social. Basti pensare a come l’AI – e questo approfondimento di Postpickr lo conferma – stia già rivoluzionando il modo in cui vengono creati, distribuiti e ottimizzati i contenuti digitali: non si tratta più solo di automazione, ma di una vera intelligenza generativa, capace di influenzare linguaggi e strategie comunicative.

L’AR, dal canto suo, ha smesso di essere un semplice filtro estetico per diventare uno strumento narrativo, esperienziale e commerciale. Le aziende lo utilizzano per simulare prodotti, i creator per coinvolgere il pubblico con format interattivi, gli utenti per personalizzare la propria comunicazione in tempo reale. In parallelo, le piattaforme stanno sviluppando SDK (kit di sviluppo) che permettono a chiunque — anche senza competenze tecniche elevate — di creare i propri effetti AR, ampliando l’accesso a queste funzionalità.

Ma l’impatto più radicale si vede sul piano strategico. L’AI consente di analizzare i comportamenti degli utenti con una profondità mai vista prima: può anticipare trend, suggerire contenuti ottimizzati, scrivere testi, proporre orari ideali di pubblicazione, segmentare il pubblico con logiche predittive. Questo cambia le regole del gioco, perché permette di passare da una comunicazione basata sull’intuito a una comunicazione informata, reattiva, iper-personalizzata.

L’integrazione di AI e AR porterà anche a una nuova definizione di presenza digitale. I brand non saranno più semplicemente “presenti” sui social, ma avranno una rappresentazione immersiva, interattiva e intelligente. Pensiamo a chatbot capaci di rispondere in linguaggio naturale con tono umano, a esperienze d’acquisto immersive che simulano ambienti fisici, a contenuti che si adattano in tempo reale a chi li guarda.

Tutto questo apre a nuove opportunità, ma anche a nuove responsabilità. La gestione dell’identità digitale, la privacy, la trasparenza nell’uso dei dati, la verifica delle fonti e l’autenticità dei contenuti saranno temi centrali. Se l’AI può generare video realistici da prompt testuali e l’AR può simulare luoghi che non esistono, distinguere ciò che è vero da ciò che è costruito diventerà sempre più complesso. I social dovranno dotarsi di meccanismi di tutela, e gli utenti di strumenti di lettura critica.

Cambia anche la forma della creatività. L’AI permette di generare grafiche, musiche, testi e animazioni in pochi secondi, offrendo una rapidità senza precedenti. Ma resta centrale il ruolo umano nella direzione creativa, nella supervisione, nella costruzione del messaggio. Le tecnologie non sostituiscono la visione: la amplificano. Chi saprà orchestrare questi strumenti con competenza sarà in grado di creare campagne più efficaci, coinvolgenti e memorabili.

Nel marketing, l’impatto sarà tangibile. Sarà possibile costruire esperienze completamente customizzate, con contenuti che si adattano in tempo reale al comportamento dell’utente. Le strategie basate su funnel statici lasceranno il posto a percorsi dinamici, fluidi, dove ogni interazione genera una reazione e apre nuove possibilità. L’intelligenza artificiale agirà come un regista invisibile, capace di far emergere il contenuto giusto al momento giusto, nella forma più efficace per ciascun target.

Anche i contenuti user-generated saranno interessati da questa rivoluzione. L’AR potenzia l’espressività degli utenti, l’AI ne supporta la creazione. Questo darà origine a una generazione di creator ibridi, in cui la distinzione tra professionista e amatore sarà sempre più sfumata. La qualità sarà determinata non solo dalle competenze tecniche, ma dalla capacità di visione, coerenza narrativa e cura relazionale.

In questo scenario, sarà fondamentale dotarsi di strumenti affidabili per gestire la complessità crescente. Le aziende e i professionisti dovranno pianificare, monitorare, testare e adattare contenuti su più piattaforme in modo coordinato, veloce e preciso. L’evoluzione non riguarda solo la tecnologia, ma anche la mentalità: serve apertura al cambiamento, formazione continua, capacità di leggere il presente per progettare il futuro.

In conclusione, realtà aumentata e intelligenza artificiale non sono “il futuro dei social media”: sono già il loro presente. Ma quello che ci attende nei prossimi anni è una fase più matura, in cui queste tecnologie saranno completamente integrate nella quotidianità digitale. La sfida sarà usarle non solo per stupire, ma per creare valore. Per comunicare meglio, non di più. E per rendere l’esperienza social più umana, paradossalmente, grazie all’intelligenza delle macchine.

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