L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha varato un regolamento per la trasparenza nell’offerta di connessioni 5G. Al fianco del termine che indica la tecnologia di nuova generazione dovranno esservi tre bollini. Il bollino verde indicherà un’offerta 5G senza alcuna limitazione contrattuale di velocità; quello giallo un limite di velocità pari o superiore a 20 Mbit/s mentre il bollino rosso un’offerta con limite di velocità inferiore a 20 Mbit/s. Di fatto quest’ultimo caso rappresenta una concreta assenza di connessioni 5G, riconducibile più a standard di vecchia che di nuova generazione. L’iniziativa scaturisce dalle crescenti segnalazioni delle associazioni dei consumatori, preoccupate dalla diffusione di offerte commerciali etichettate come “5G” che, nei fatti, impongono limitazioni di velocità che possono annullare i vantaggi attesi. Per arginare queste pratiche e tutelare gli utenti, l’Agcom ha quindi deciso di implementare un sistema di etichettatura, mutuato dall’esperienza positiva con le connessioni in fibra ottica.
Come indicato nella delibera numero 106/25/cons ‘l’operatore e i propri partner commerciali possono ricorrere al termine “5G” e associarvi ulteriori aggettivi o avverbi di tipo accrescitivo e superlativo se e solo se il servizio è offerto esclusivamente su architetture previste dagli standard internazionali’. Una precisazione riguarda la differenziazione delle velocità: qualora i limiti per il traffico in download e in upload non fossero identici, entrambi i valori dovranno essere riportati con pari evidenza e leggibilità, sia nelle comunicazioni pubblicitarie che nei canali precontrattuali. Oltre all’etichettatura, la delibera introduce altri obblighi, fra i quali la richiesta agli operatori di pubblicare una pagina web dedicata alla “trasparenza tariffaria” e le nuove norme anti-spoofing, per contrastare il fenomeno delle chiamate fraudolente con numero falsificato. Queste misure prevedono il blocco selettivo delle chiamate in entrata che, pur apparendo come provenienti da numerazioni nazionali, risultano in realtà originate dall’estero. Un meccanismo sempre più utilizzato per le truffe telefoniche.