I primi germogli di due tipi diversi di piante (Astroplants e Sorgo), in una terra desertica simile a quella lunare, sono spuntati; le microalghe, coltivate in pochissima quantità di acqua, importanti per lo Spazio e per la terra per produrre cibo e biocarburante, stanno proliferando; le tute veicolari che aiutano il movimento in presenza di microgravità, e che potrebbero essere utilizzate sulla Terra per una fisioterapia precoce in pazienti costretti a letto per molto tempo, sono state indossate e provate; il cibo liofilizzato, lo stesso consumato dagli astronauti, ha nutrito i ricercatori per due settimane.
Gli esperimenti delle missioni CARE-1 (Commercial Astronaut Research for Earth – 1 Commercial Analog Astronaut Mission), che si è svolta dal 10 al 12 ottobre, e CARE-2 (Commercial Astronaut Research for Earth – 2 Commercial Analog Astronaut Mission), che ha avuto luogo dal 13 al 26 ottobre, si sono conclusi.
Alcuni risultati sono stati presentati in un incontro pubblico organizzato nel Museo speleologico Franco Anelli. Per gli altri – quelli che riguardano la reazione del corpo a una costrizione particolare di due settimane, e l’analisi dei dati e dei risultati di tutti gli esperimenti – bisognerà aspettare ancora qualche mese.
Le Grotte di Castellana hanno ospitato un evento di rilevanza internazionale e scientifica, un esperimento unico al mondo anche per il carattere commerciale dell’impresa. Per due settimane una diramazione non aperta al pubblico, è stata la sede della missione “Commercial Analog Astronaut Mission” (CAAM), organizzata dall’associazione no-profit Space Pioneers.
Note anche come Analog è una simulazione spaziale a tutti gli effetti, condotta in ambienti terrestri controllati con un altissimo grado di fedeltà. Le Grotte sono state scelte per l’isolamento da esseri umani e l’assenza di luce solare, ma soprattutto per le loro condizioni climatiche e morfologiche uniche, capaci di replicare alcune delle caratteristiche fondamentali dell’habitat del terreno lunare, offrendo un laboratorio naturale per la ricerca d’avanguardia.
Protagonisti di queste simulazioni sono stati Tommaso Tonina, comandante delle missioni, presidente di Space Pioneers e co-fondatore della startup Frontier Space Technologies, e Andrea Rubino, mission manager delle missioni e space engineer e PhD Candidate al Politecnico di Bari. Lo rifarebbero anche domani sperando anche di restare a dormire nelle cavità carsiche di Castellana, cosa che è stata impossibile questa volta per l’alto livello di CO2 presente nella diramazione.
Per la prima volta nella storia è stata sperimentata l’inoculazione di regolite lunare artificiale con funghi, specificatamente del genere Trichoderma, per rendere il suolo lunare fertile e trasformare la “polvere lunare” in un substrato vitale per la crescita di piante, un passo cruciale per lo sviluppo dell’agricoltura fuori dal pianeta. Le missioni hanno riguardato il testing di terreno lunare simulato ad altissima fedeltà chimica e fisica, fornito da SolSys Mining (Norvegia), partner che ha firmato un Memorandum of Understanding (MoU) con Space Pioneers, le tute intra-veicolari REA Space, il cibo, la misurazione delle radiazioni.
L’obiettivo primario delle CAAM era portare a termine diversi esperimenti legati allo spazio, che hanno la necessità di essere perfezionati prima di essere testati definitivamente, e sviluppare linee guida e metodologie replicabili per la sopravvivenza autonoma in ambienti estremi, che saranno utili non solo per future missioni spaziali, ma anche per l’adattamento umano a condizioni estreme sulla Terra. Durante il periodo di isolamento all’interno delle Grotte sono stati testati anche protocolli di isolamento, privazione della luce naturale, regimi alimentari a base di nutrizione liofilizzata e programmi di allenamento astronautico.
Alla presentazione dei risultati hanno partecipato anche le classi quinte del polo liceale di Putignano “Majorana-Laterza”, indirizzo scientifico e scienze applicate, che hanno avuto poi modo di visitare la sede della missione.
<<Non è un caso che la ricerca scientifica delle nostre università, in particolare dell’Università di Bari e del Politecnico di Bari, si sia unita per realizzare questo esperimento di grande valore – ha affermato il presidente della Regione, Michele Emiliano – Nelle Grotte, ricercatori e scienziati potranno simulare le condizioni di una missione spaziale, sperimentando anche l’impatto psicologico dell’isolamento e della distanza dalla vita quotidiana, elementi determinanti per il successo delle missioni future. Come Regione vogliamo trasmettere questo messaggio alle giovani generazioni: qui in Puglia abbiamo le competenze, la tecnologia e la passione per formare gli ingegneri aerospaziali, gli astronauti e gli scienziati del futuro. Qui stiamo utilizzando anche tecnologie e tute made in Puglia, sviluppate per migliorare la salute e le prestazioni del corpo umano durante le missioni in assenza di gravità. La Regione Puglia sostiene da anni lo sviluppo del settore aerospaziale, che avrà un punto di riferimento nel primo spazioporto europeo di Grottaglie, destinato a diventare un’infrastruttura strategica per i voli suborbitali e il lancio di satelliti. Un ulteriore passo avanti nel consolidare il ruolo della Puglia come regione dell’innovazione e della ricerca>>.
<<Questa occasione ha dimostrato non solo la natura turistica del nostro meraviglioso sito carsico – ha sostenuto Domi Ciliberti, sindaco di Castellana Grotte – ma anche la sua centralità dal punto di vista geologico, culturale e scientifico. Aver ospitato questa sperimentazione nelle nostre grotte è stato motivo di orgoglio non solo perchè potrebbe diventare una grande risorsa per tantissimi ricercatori, ma anche perchè quella che oggi può sembrare qualcosa di avveniristico, una missione a lunghissimo termine, domani mattina potrà rivelarsi un grande patrimonio per il benessere delle comunità future>>.
<<Siamo molto fieri di aver ospitato la simulazione di queste due missioni – ha detto Serafino Ostuni, presidente della società Grotte di Castellana srl – Siamo aperti alle novità e ci piaceva restituire alle Grotte la loro funzione scientifica. Siamo un laboratorio sotto tanti punti di vista: da quello scientifico come avete visto in questi giorni, da quello culturale e ambientale. La collaborazione con enti quali il Politecnico, l’Università di Bari, l’Agenzia spaziale italiana e brasiliana, in questi giorni hanno reso le nostre grotte un attrattore unico. Ci rendiamo disponibili sin d’ora ad accogliere altre sperimentazioni del genere che arricchiscono innanzitutto noi che gestiamo questo patrimonio naturale inestimabile>>.
<<Questa occasione mette le grotte sul piano della internazionalizzazione scientifica – ha affermato Alessandro Reina, direttore del Comitato scientifico della società Grotte di Castellana srl – Soprattutto ci permette di entrare in un contesto di livello superiore, il contesto della ricerca scientifica. Le grotte costituiscono un laboratorio scientifico a disposizione di tutti coloro i quali vogliono portare avanti delle ricerche anche in condizioni estreme. Intanto il sistema di aerazione, che abbiamo attrezzato per rendere più vivibile il sito vissuto dai due volontari, ci permetterà di continuare le esplorazioni in questo ramo delle grotte che può essere foriero di novità carsiche>>.
<<E’ stata una partnership davvero incredibile – ha detto il rettore del Politecnico Umberto Fratino – Una intuizione e un momento di crescita collettiva in cui tutti si sono fatti protagonisti della volontà di andare oltre l’usuale e la consuetudine. Un momento bello perchè unico nel suo genere, probabilmente irripetibile, ma che da una prospettiva enorme alla distribuzione delle competenze delle scienze, alla possibilità di mettere in discussione il nostro assunto, un tentativo per mettere insieme cultura, spazi sociali e scienza per cercare di arrivare a domani>>.
<<Le missioni commerciali di analog astronaut CARE 1 & CARE 2 hanno rappresentato un risultato senza precedenti, aprendo nuove prospettive per la ricerca scientifica con benefici concreti per la Terra nel breve termine – ha dichiarato Tommaso Tonina, comandante CARE1 & 2 – Nonostante alcune criticità legate a elevate concentrazioni di anidride carbonica e radon attorno al nostro habitat in grotta, gestite con il supporto dei nostri partner, gli esperimenti si sono svolti come previsto con alcune necessarie modifiche, consentendo di raggiungere quasi tutti i nostri obiettivi>>.
<<Questa esperienza conferma le potenzialità di una location simile a quella di queste missioni utilizzata come futuro laboratorio permanente per attività di ricerca analoga spaziale – ha aggiunto Andrea Rubino, mission Manager CARE1 & 2 – Il nostro obiettivo è contribuire alla creazione in Puglia di un hub internazionale di ricerca e sviluppo nel campo spaziale, capace di generare innovazione e valore economico e commerciale per il pianeta Terra nel breve periodo>>.