Sessantaquattro varietà di ulivo pugliese, geneticamente identificate, catalogate e ora finalmente battezzate con un nome. È il principale risultato della terza edizione di Re.Ger.O.P. – Recupero del Germoplasma Olivicolo Pugliese, il progetto condotto grazie alla collaborazione tra Sinagri, Università di Bari “Aldo Moro”, Cnr e Crsfa, con il finanziamento della Regione Puglia attraverso il PSR.
Dopo anni di ricerca e sperimentazione, i ricercatori sono riusciti a rintracciare e recuperare esemplari di piante a rischio estinzione, salvaguardando così un patrimonio genetico unico al mondo. In totale, nelle tre edizioni del progetto, sono state catalogate 185 risorse biologiche oggi dotate di un’identità precisa. Gli studiosi sono andati oltre la semplice catalogazione: hanno estratto e analizzato 135 oli monovarietali, riuscendo a collegarli alle diverse varietà di ulivo. Le analisi molecolari sul Dna delle foglie hanno permesso di individuare i genotipi, mentre lo studio delle fonti storiche e bibliografiche ha consentito di attribuire un nome e una provenienza a ciascuna cultivar.
Tra le varietà riscoperte c’è anche la Butirra di Melpignano (Lecce), quasi scomparsa a causa della Xylella, oggi conservata in un luogo protetto e pronta per essere riprodotta. Nella sede operativa di Palagiano (Taranto) sono invece custodite 57 fonti primarie appartenenti a 25 varietà, prezioso nucleo della biodiversità olivicola pugliese. Il progetto ha inoltre condotto studi sulla caratterizzazione degli oli e sulla loro valorizzazione commerciale, definendo strategie per promuoverli come prodotti identitari e di alta qualità.
Per raccontare il valore scientifico e culturale di questa ricerca è stato realizzato anche un video divulgativo, con la consulenza della professoressa Cinzia Montemurro (Università di Bari) e del dottor Pasquale Venerito (Crsfa). “Nei prossimi mesi – anticipa Montemurro – i risultati di Re.Ger.O.P. confluiranno nell’Atlante delle varietà olivicole pugliesi, uno strumento scientifico e divulgativo che offrirà informazioni dettagliate su ogni pianta e sul suo olio, per preservare la memoria e il futuro dell’olivicoltura regionale”.
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