La Polizia di Stato di Bari, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito nelle prime ore del mattino un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, nei confronti di due persone accusate di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Entrambi sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari. L’indagine ha avuto origine dalla denuncia di un operaio di una ditta locale di trasporti, che lavora per conto di una nota multinazionale. Dopo un sinistro stradale che aveva causato ingenti danni al mezzo aziendale, l’uomo si è visto chiedere dal proprio datore di lavoro un risarcimento di 23.400 euro, da “ripagare” lavorando senza retribuzione presso un’altra azienda collegata alla prima.
Al rifiuto dell’autista di accettare tale proposta, il responsabile avrebbe coinvolto un esponente di spicco del clan Capriati, con l’obiettivo di intimidirlo e costringerlo ad accettare le condizioni imposte. Le indagini, condotte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Bari, hanno permesso di ricostruire in modo dettagliato la vicenda. Gli approfondimenti sul contratto collettivo nazionale di lavoro (C.C.N.L.) hanno inoltre accertato che la richiesta di risarcimento non aveva alcun fondamento giuridico, poiché la contestazione dell’azienda era tardiva e quindi priva di validità. Si precisa che si tratta di accertamenti condotti nella fase delle indagini preliminari, che dovranno essere successivamente verificati in sede processuale nel contraddittorio con la difesa.