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Bari, tra proclami e realtà: quel “gran primo tempo” che fa tremare i tifosi

Persistono i limiti tattici e di gioco della squadra

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Lun, 10 Novembre 2025 - 10:37
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L’auspicio è soltanto uno: che le dichiarazioni dei tesserati del Bari dopo la gara contro lo Spezia siano solo di facciata, rese per non cadere in un inevitabile pessimismo quasi leopardiano. Già, perché sia l’attaccante danese Gytkjaer sia il tecnico Fabio Caserta hanno visto una partita completamente diversa da quella a cui hanno dovuto (purtroppo) assistere i tifosi biancorossi.

Secondo l’allenatore dei galletti, la squadra avrebbe disputato “un grande primo tempo, subendo gol nell’unica occasione concessa”. Ebbene, se una prestazione appena sufficiente e leggermente migliore delle precedenti viene definita “grande” o “ottima”, allora c’è davvero da preoccuparsi. Nella prima frazione di gioco in terra ligure, gli uomini guidati dal trainer calabrese hanno creato solo due occasioni, oltre alla rete iniziale di Gytkjaer: un tiro da fuori area di Dorval e la clamorosa palla gol sprecata da Nikolaou. Poi la dormita difensiva e il gol del pareggio di Kouda. Se questo è un “gran primo tempo”, allora dovremo rassegnarci a spettacoli indecenti per tutto il resto del torneo.

Ma anche l’uomo del momento, il ritrovato Gytkjaer, ha rilasciato dichiarazioni quanto meno discutibili. Secondo l’ex centravanti del Monza, i galletti sarebbero sulla strada giusta e manca poco per poter competere al meglio. Come può essere sulla strada giusta una squadra che, contro l’ultima in classifica, disputa l’intero secondo tempo in superiorità numerica e non solo non passa in vantaggio, ma non crea neppure uno straccio di occasione, dovendo ringraziare (ancora una volta) il proprio portiere per non aver perso una partita che era da vincere senza se e senza ma?

Strano per una squadra “cinica” e abituata a vincere le partite di “corto muso”, come ricordato in maniera imbarazzante dai social media della società qualche settimana fa. Ironia a parte, questa squadra continua a palesare evidenti limiti tattici: l’impressione — ormai quasi certezza — è che ci si affidi solo alla giocata del singolo, senza uno straccio di idea di gioco. Come ribadito più volte, il potenziale latente di questa rosa è ben più alto rispetto a quanto dimostrato. Volendo usare una metafora automobilistica, è come avere una Ferrari in una gara di Formula 1, ma senza il pilota a bordo.

A conferma di questo ci sono i numeri del reparto offensivo. Per una squadra che non ha mai messo in mostra schemi offensivi convincenti e pericolosi, avere due attaccanti che in undici partite hanno realizzato otto gol complessivi (5 Moncini, 3 Gytkjaer) è la riprova inequivocabile che questa rosa ha ancora moltissimi margini di miglioramento, a partire dal centrocampo, penalizzato dalle errate scelte tattiche di Caserta e dalla confusione che regna sovrana. Sicuramente il reparto con più carenze resta quello difensivo, con Nikolaou che ne combina una a partita, Vicari fuori per infortunio e Meroni che alterna buone prestazioni ad altre rivedibili. Fa specie che, in questa fase del torneo, sia il tanto vituperato Pucino uno dei meno peggio.

Dalla parte di Caserta restano però i numeri: dieci punti nelle ultime cinque gare rappresentano un bottino da zona playoff che non permette alla dirigenza biancorossa di pensare a un cambio di guida tecnica. Ma quanto potrà durare la casualità di questi risultati? Perché così bisogna definire questo mini ciclo positivo. L’auspicio è che qualcosa possa cambiare quanto prima, perché assistendo alle scialbe prestazioni di questa squadra, c’è davvero da preoccuparsi.

Foto Ssc Bari

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