La Puglia entra nella zona rossa della sicurezza sul lavoro. Con 43 vittime registrate da gennaio a settembre 2025, la regione si colloca tra le più colpite del paese, accanto a Basilicata, Campania, Sicilia e Umbria, dove il rischio di morte sul lavoro supera del 25% la media nazionale. Un primato drammatico che fotografa, ancora una volta, un’emergenza senza fine. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, le vittime in Italia sono 784 nei primi nove mesi dell’anno: 575 morti in occasione di lavoro (8 in più rispetto al 2024) e 209 in itinere, cioè nel tragitto casa-lavoro. Il settore più colpito resta quello delle Costruzioni, con 99 decessi, seguito da Manifatture (83), Trasporti e Magazzinaggio (71) e Commercio (54).
La Lombardia guida la tragica classifica con 73 morti, seguita da Veneto (60), Campania (57), Piemonte ed Emilia-Romagna (47), Sicilia (46) e, appunto, Puglia (43). In coda, Molise (2) e Valle d’Aosta (1). “Il panorama della sicurezza sul lavoro in Italia rimane preoccupante – commenta l’ingegnere Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega –. I dati confermano la gravità di un problema nazionale spesso sottovalutato. È necessario investire nella formazione e nella cultura della prevenzione, uniche vere risorse per ridurre gli infortuni e migliorare la qualità della vita dei lavoratori”. A livello nazionale, l’indice medio di incidenza è di 24 morti ogni milione di lavoratori. Ma in regioni come la Puglia, l’indice sale ben oltre, spingendo il territorio nell’area ad alto rischio insieme al Mezzogiorno.
Tra i fattori di maggiore vulnerabilità, il rapporto segnala l’età dei lavoratori: gli over 65 risultano i più colpiti, con 78 morti ogni milione di occupati, seguiti dalla fascia 55-64 anni (37,5) e 45-54 anni (24,6). In termini assoluti, la fascia 55-64 anni conta 200 vittime su 575 decessi in occasione di lavoro. Aumentano anche le vittime di nazionalità straniera, che rappresentano oltre un quinto del totale: 171 decessi, di cui 125 durante l’attività lavorativa e 46 in itinere. Il rischio per i lavoratori stranieri è più che doppio rispetto a quello degli italiani (49,7 morti ogni milione di occupati contro 21,0).
Le donne decedute nei primi nove mesi del 2025 sono 68, cinque in più rispetto all’anno precedente, di cui 33 durante il lavoro e 35 in itinere. L’analisi dell’Osservatorio segnala inoltre un leggero aumento delle denunce di infortunio, che passano da 433.002 a 435.883 (+0,7%). Le attività più colpite restano Manifatture (52.283 denunce), Costruzioni (28.210), Sanità (27.492) e Trasporti (24.792). Un altro dato simbolico arriva dai giorni della settimana: il venerdì è il giorno più pericoloso, con il 22,3% degli incidenti mortali, seguito da lunedì e giovedì.
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