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“Slow revolution”: il ritorno al pianoforte come rifugio dalla frenesia

Incremento del 25–40% di iscrizioni ai corsi di strumento

Pubblicato da: Ylenia Bisceglie | Ven, 14 Novembre 2025 - 09:33
rubrica bl24 (35)

In un mondo che corre senza fermarsi, con notifiche impazzite e giornate scandite da impegni, scadenze e stress quotidiani, sta emergendo una tendenza: sempre più persone stanno tornando a suonare uno strumento musicale. E, tra tutti, il pianoforte spicca come rifugio privilegiato. Non è un caso, ma una risposta quasi istintiva al bisogno di rallentare, di respirare, di ritrovare un ritmo più umano.

Secondo una ricerca del Royal Conservatory of Music, negli ultimi anni il numero di adulti che iniziano o riprendono a studiare musica è cresciuto di oltre il 30%. In Italia, alcune scuole private hanno registrato un incremento del 25–40% di iscrizioni ai corsi di strumento per over 25, con il pianoforte stabilmente in cima alle preferenze. Non più solo sogno d’infanzia o percorso accademico per pochi: oggi si suona per benessere, per equilibrio mentale, per avere un proprio spazio protetto.

Le note diventano un modo per liberare la mente, simile alla meditazione ma con qualcosa in più: un coinvolgimento fisico, emotivo e creativo che altre attività rilassanti non riescono a offrire. Studi condotti dall’American Psychological Association mostrano che suonare uno strumento può ridurre i livelli di cortisolo fino al 20%, favorendo una sensazione immediata di calma e concentrazione.

Il ritorno alla pratica musicale ha fondamenta solide anche dal punto di vista neurologico ed emotivo.

Migliora la capacità di attenzione, potenzia la memoria e aumenta la creatività: il semplice gesto di improvvisare una melodia stimola connessioni neurali nuove.

Ha anche e soprattutto effetti “terapeutici”, infatti diversi studi riportano miglioramenti nell’umore e nella gestione dell’ansia in chi dedica almeno 20–30 minuti quotidiani a suonare.

Alla fine, questa nuova ondata di persone che riscoprono il piacere di suonare uno strumento racconta una verità semplice: abbiamo bisogno di rallentare. Non importa il livello, l’età o l’ambizione: ciò che conta è sedersi, respirare, e lasciare che la musica ci avvolga.

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