Sarà attivo anche in Puglia il nuovo progetto formativo della Fondazione Giulia Cecchettin, pensato per preparare mille insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia alla prevenzione della violenza di genere. A spiegarlo è stato Gino Cecchettin, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, a un anno dalla nascita della Fondazione intitolata alla figlia Giulia. “Il dolore ormai lo considero un amico: mi permette di restare accanto ai miei affetti, accanto a Giulia”, racconta. “Ho imparato a distinguere tra dolore e sofferenza. Il dolore può perfino aiutarti nel quotidiano. Mi avevano detto che l’11 novembre sarebbe stato difficile, ma io non conto gli anni: conto i giorni. E ogni giorno penso a Giulia. È per questo che so quanto è importante la vita”.
Cecchettin ha fatto il punto sul primo anno di attività: “Dobbiamo tirare le somme di tanto lavoro portato avanti dai comitati, dal comitato scientifico, dall’esecutivo e soprattutto dai volontari, che voglio ringraziare”. La Fondazione ha avviato diversi progetti educativi, tra cui il potenziamento del programma “Prevenire e promuovere” attivo nella provincia di Padova, che coinvolge Comune, Provincia, Università e CAV. Il progetto più ambizioso, però, è quello dedicato agli insegnanti. “Lavoreremo in tre regioni pilota – Toscana, Veneto e Puglia – per formare mille docenti. Lo realizzeremo insieme all’Università di Firenze: il nostro comitato scientifico fornirà contenuti e crediti formativi”. Cecchettin precisa che non si tratta di un’iniziativa ministeriale: “È un progetto interamente della Fondazione, fatto con le nostre risorse e i nostri professionisti”. Sui femminicidi – 91 dall’inizio dell’anno – Cecchettin è chiaro: “Se ci limitiamo a contare i morti, non abbiamo fatto passi avanti. C’è più sensibilità, grazie ai volontari e ai centri antiviolenza, ma serve molto di più. Bisogna lavorare sulle nuove generazioni: introdurre l’ora di educazione all’affettività cambierebbe davvero il futuro. Lo chiedono i ragazzi, lo chiedono i presidi”. Poi un passaggio sull’idea di possesso: “Va estirpata in nome dell’importanza della vita. Lo dico io che quest’anno ho perso anche mia madre. Proprio per questo lotto, per far capire che ogni vita conta”.
Fabio Fazio gli ha proposto di tornare periodicamente in trasmissione insieme agli esperti della Fondazione. “Accetto volentieri – ha risposto Cecchettin –. È importante spiegare che la violenza non è un raptus, ma qualcosa di radicato nella società, nei costrutti culturali e negli stereotipi che viviamo ogni giorno. Finché non li estirpiamo, la violenza continuerà”.