Un corteo transfemminista attraverserà domani le strade di Bari in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere. La manifestazione partirà alle 18 da piazza Umberto e terminerà in piazza del Ferrarese, coinvolgendo numerose realtà sociali e politiche della città. L’iniziativa si inserisce in un contesto nazionale ancora segnato da numeri drammatici: dall’inizio dell’anno, sono 89 i femminicidi, lesbicidi e transcidi registrati in Italia.
Secondo gli organizzatori, il corteo nasce dalla volontà di non rimanere in silenzio di fronte a quella che definiscono “una violenza strutturale, figlia di una cultura ciseteropatriarcale ancora profondamente radicata”. Silvana Federighi, della rete Zona Franka, spiega che “la violenza fisica è solo la punta dell’iceberg di un sistema che colloca le donne e tutte le soggettività non conformi in una posizione subordinata in ogni ambito della società, da quello lavorativo all’istruzione, fino alla sfera domestica”.
La manifestazione, sottolineano gli organizzatori, vuole unire gruppi e identità diverse accomunate da forme di oppressione: comunità LGBTQIA+, donne migranti e donne che vivono la violenza dei conflitti, “come accade in Palestina”, ribadisce Federighi. L’obiettivo dichiarato è costruire una società fondata su giustizia sociale, autodeterminazione economica, educazione al rispetto e introdurre — sin dai primi anni — percorsi di educazione sessuale e affettiva. Tra le richieste anche il potenziamento dei Centri antiviolenza (CAV) e dei Centri antidiscriminazione (CAD).
Il corteo punta anche a creare una rete stabile che possa dialogare con l’amministrazione comunale, avanzando una piattaforma politica dedicata alla costruzione di spazi sicuri e inclusivi in città. Un ruolo centrale, secondo gli studenti, spetta anche al mondo universitario. Sahar Locaputo, coordinatrice di UDU Bari, osserva che “la radice culturale della violenza di genere non può più essere negata: anche l’università deve assumersi la responsabilità di essere motore del cambiamento, perché al suo interno si riproducono spesso dinamiche di potere e oppressione che vanno contrastate con percorsi educativi trasversali”.
Una posizione condivisa anche dall’Unione degli Studenti. Sabrina Fanelli, coordinatrice UDS Bari, critica la linea governativa attuale: “Manifestiamo contro un governo indifferente, che nega la violenza ciseteropatriarcale e vuole impedire l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole. L’introduzione del principio del consenso nel codice penale è un passo avanti, ma non basta: serve prevenzione, formazione e la creazione di presidi antiviolenza anche nei luoghi di studio”. Durante il percorso è previsto anche un flash-mob davanti alla chiesa di San Ferdinando, che coinvolgerà tutte le realtà che hanno aderito alla mobilitazione.