La stagione teatrale 2025/26 del Comune di Bari, realizzata con Puglia Culture nell’ambito del cartellone “Umano Collettivo”, porta in scena un debutto nazionale carico di storia, memoria e interrogativi etici. A partire da oggi, venerdì 28 a domenica 30 novembre il Teatro Piccinni ospiterà infatti “Affetti Collaterali”, nuovo lavoro di Roberto Scarpetti prodotto dalla Compagnia del Sole, con Stella Addario e Flavio Albanese diretti da Marinella Anaclerio. Scene di Francesco Arrivo, luci di Cristian Allegrini.
Lo spettacolo ripercorre le ombre della figura di Fritz Haber, premio Nobel per la chimica nel 1918, considerato uno dei padri della chimica moderna ma anche responsabile — attraverso le sue scoperte — dello sviluppo delle prime armi chimiche utilizzate nella Grande Guerra. Un personaggio ambivalente, oscillante tra genio scientifico e responsabilità morali enormi.
Accanto a lui, la vicenda di Clara Immerwahr, sua moglie, prima donna laureata in chimica all’Università di Breslavia, e del figlio Hermann. Un triangolo familiare attraversato da genialità, conflitti, pressioni sociali e un’eredità pesante come la scelta di aver diretto i reparti militari tedeschi incaricati di testare i derivati del cloro a fini bellici. Proprio grazie al lavoro del chimico tedesco, il gas venne utilizzato per la prima volta contro le truppe francesi a Ypres nel 1915. Haber — di origini ebraiche — è anche l’inventore dello Zyklon B, nato per disinfestare magazzini e caserme e poi tragicamente impiegato per la “soluzione finale” nei campi di sterminio. Il testo di Scarpetti scava in questo paradosso umano e scientifico: invenzioni nate per risolvere problemi concreti trasformate in strumenti di distruzione.
Lo spettacolo punta dritto al nodo: che valore ha il progresso, se non è accompagnato da un pensiero critico e da una coscienza etica? Il percorso degli Haber diventa così un prisma attraverso cui leggere il presente, da un’epoca in cui la scienza corre velocissima ma spesso senza un adeguato freno morale. Lo ricorda bene un passaggio di Albert Einstein, citato nello spettacolo: “L’intelletto ha muscoli potenti ma nessuna personalità. Può servire, ma non guidare”. E risuona potente anche la promessa di Clara Immerwahr, riportata dal suo discorso di dottorato: “Non insegnerò mai ciò che è contrario a ciò in cui credo. Perseguirò la verità e farò avanzare la dignità della scienza”.
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