Evitare l’accesso non supervisionato a Internet prima dei 13 anni, rimandare lo smartphone personale almeno fino all’adolescenza, ritardare il più possibile l’ingresso sui social – idealmente fino ai 18 anni, anche se la legge consente prima. Sono alcune delle indicazioni della Società italiana di pediatria (Sip) rivolte a famiglie, scuole e operatori sanitari per proteggere bambini e ragazzi dai rischi legati all’uso precoce e non controllato della tecnologia.
Le raccomandazioni, presentate in Senato durante gli Stati generali della pediatria su iniziativa del senatore Marco Meloni, includono anche suggerimenti pratici: evitare dispositivi durante i pasti e nelle ore che precedono il sonno, favorire attività all’aperto, sport, lettura e giochi creativi, e mantenere sempre una supervisione attiva, fatta di dialogo, regole condivise e strumenti di controllo per tutte le fasce d’età.
Si tratta di un aggiornamento delle linee guida pubblicate nel 2018 e 2019. La Sip ha infatti condotto una nuova revisione sistematica della letteratura internazionale, passando in rassegna oltre 6.800 studi, dei quali 78 inseriti nell’analisi finale. Il lavoro conferma gli effetti dell’uso intensivo di smartphone, tablet, videogiochi e social media sulla salute fisica, cognitiva, mentale e relazionale dei minori.
“Ogni anno in più senza smartphone è un investimento sulla salute del bambino – sottolinea Rino Agostiniani, presidente della Sip –. L’età pediatrica è una fase di straordinaria vulnerabilità e crescita: il cervello continua a formarsi e riorganizzarsi durante tutta l’infanzia e l’adolescenza. Un’esposizione digitale precoce e prolungata può interferire con attenzione, apprendimento e regolazione emotiva”.
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