Venerdì 5 dicembre le organizzazioni sindacali FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTuCS hanno proclamato lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo Ikea (colosso svedese dell’arredamento con oltre 7.400 dipendenti di cui circa 250 nella sede di Bari) con presidio nazionale davanti alla sede Ikea di Carugate (Milano).
Nell’ambito della mobilitazione, FILCAMS CGIL- FISASCAT CISL e UILTuCS territoriali di Bari hanno indetto un presidio di protesta dalle ore 11:00 alle ore 13:00 dinanzi all’ingresso principale del punto vendita di via Caduti del Lavoro n. 5.
Per il Segretario Generale della FILCAMS CGIL Bari, Antonio Ventrelli, “la protesta del personale Ikea è stata indetta per rivendicare il rinnovo del contratto Integrativo aziendale scaduto dal 2019, la revisione di un sistema premiante che incentivi realmente le professionalità dei dipendenti, considerato che con l’attuale i lavoratori della maggioranza dei punti vendita non riceverà alcun premio. Ancora, si chiedono maggiorazioni salariali per i neoassunti uguali agli altri dipendenti, evitando così inique divisioni generazionali tra i lavoratori, un sistema di classificazione del personale che riconosca le professionalità ed il corretto inquadramento rispetto alle mansioni svolte, mentre l’azienda vuole un sistema che schiaccia verso il basso gli inquadramenti e non riconoscendo le specifiche professionalità. Chiediamo il ripristino di corrette e reali relazioni sindacali territoriali, tenuto conto che l’azienda continua ad assumere decisioni unilaterali che stanno peggiorando le condizioni di lavoro dei dipendenti, senza attivare alcun confronto con i sindacati, oltre che per contrastare l’utilizzo diffuso dei contratti di lavoro part time senza possibilità di integrazione oraria. Tutto questo crea condizioni economiche di povertà per gran parte dei dipendenti”.
Allo sciopero dei lavoratori e alla categoria arriva il sostegno della Camera del Lavoro Metropolitana di Bari: per Domenico Ficco, Segretario Generale della CGIL barese, “nonostante Ikea sia un gruppo leader nel settore, che aumenta fatturati ed utili grazie anche alla professionalità ed all’impegno dei propri dipendenti, dimostra scarsa responsabilità sociale non riconoscendo il giusto valore alla sua forza lavoro. C’è un problema di crescita enorme in questo Paese, che in questi territori assume connotazioni drammatiche, e si chiama povertà salariale. Non è accettabile un contratto integrativo scaduto da 6 anni, periodo temporale in cui l’inflazione ha eroso per quasi due quinti il potere d’acquisto dei redditi da lavoro. L’azienda riconosca la giusta integrazione salariale ai propri dipendenti, modificando strategie manageriali che contrastano con gli interessi stessi delle aziende. Perché comprimere salari e diritti significa prima di tutto – e questo vale per ogni azienda – soffocare i consumi interni. Sono le ragioni di fondo – contrasto alla precarietà, recupero di salari e pensioni, aumento delle tutele e dei diritti – che hanno spinto la Cgil a proclamare lo sciopero generale il prossimo 12 dicembre, con manifestazione regionale che si terrà a Bari. La ricchezza che creano uomini e donne con il proprio lavoro e le proprie competenze va ridistribuita. E se qualcuno non lo capisce al sindacato non resta che la strada della lotta e dello sciopero”.