Rientrano in Puglia 140 reperti archeologici, in gran parte ceramici, trafugati in seguito a scavi clandestini e finiti per anni in Francia, sulla Costa Azzurra. Dopo un lungo lavoro di studio, analisi e restauro, i materiali tornano finalmente fruibili al pubblico e saranno esposti al Museo Archeologico Nazionale e Castello di Gioia del Colle.
La restituzione sarà celebrata con l’inaugurazione della mostra “A volte ritornano – Storia e archeologia tra passato e presente”, in programma sabato 20 dicembre alle ore 17.30, con apertura straordinaria del museo fino alle 23.00. I reperti erano stati sequestrati nel 1996 presso il Museo del Bastione di St. André, sede del Museo di Archeologia di Antibes, tra Nizza e Cannes.
Il recupero è il risultato di un’operazione internazionale Francia–Italia, condotta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari, nell’immediata applicazione della Convenzione UNIDROIT del 1995 contro il traffico illecito di beni culturali. Un’azione definita esemplare, che oggi consente di arricchire in modo significativo il patrimonio del museo pugliese, introducendo nuove classi ceramiche, forme e decorazioni finora assenti nelle collezioni.
I reperti sono stati restaurati dalle studentesse del Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università “Aldo Moro” di Bari, sotto la supervisione di una docente restauratrice, grazie a una convenzione con la Direzione regionale Musei nazionali Puglia. Ogni oggetto è stato sottoposto a un’accurata valutazione dello stato di conservazione, con interventi anche su restauri precedenti privi di documentazione, nel rispetto del materiale originale e della stabilità nel tempo. Il lavoro ha incluso analisi chimiche, mineropetrografiche e test di termoluminescenza per verificarne autenticità e provenienza.
“Ogni recupero rafforza il ruolo delle istituzioni nella tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico”, ha dichiarato Francesco Longobardi, delegato alla Direzione regionale Musei nazionali Puglia, sottolineando come il fenomeno degli scavi clandestini continui a colpire duramente le aree archeologiche italiane.
Sulla stessa linea il direttore del Museo Archeologico Nazionale e Castello di Gioia del Colle, Fabio Galeandro, che evidenzia come la mostra permetta di approfondire non solo il tema del traffico illecito, ma anche il complesso lavoro scientifico che segue il recupero di materiali di provenienza incerta. “Ogni reperto salvato – ha spiegato – è un frammento di storia che torna finalmente al suo posto”. La mostra rappresenta così un’importante occasione di restituzione alla collettività e di riflessione sul valore della tutela del patrimonio culturale.
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