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Truffa del falso maresciallo, sette arresti tra Trani, Bisceglie e Molfetta

Sottratti 47.500 euro a un cittadino barese con un sofisticato attacco di phishing

Pubblicato da: redazione | Mer, 3 Dicembre 2025 - 14:19
foto freepik

La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di sette persone ritenute responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata e riciclaggio. Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Trani su richiesta della Procura, arriva al termine di un’indagine condotta dal Centro Operativo Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale di Bari.

L’inchiesta è partita dalla denuncia di un cittadino barese caduto in una trappola di phishing altamente sofisticata. Tutto è iniziato con un SMS che imitava perfettamente le comunicazioni della sua banca, segnalando un presunto movimento sospetto. Poco dopo la vittima ha ricevuto una telefonata da un numero che appariva riconducibile all’istituto di credito, seguita da un’ulteriore chiamata proveniente – sempre in apparenza – da una caserma dei Carabinieri.

All’altro capo della linea, un uomo che si spacciava per maresciallo dell’Arma lo ha convinto che fosse in corso un’operazione fraudolenta e che fosse necessario un bonifico immediato “per mettere al sicuro il denaro”: 47.500 euro trasferiti in pochi minuti. La Polizia Postale, supportata dal Centro di Monitoraggio di Poste Italiane di Torino, ha ricostruito la rete criminale. Il gruppo aveva ruoli distinti: c’era chi curava la truffa telefonica con tecniche di “cli-spoofing”, falsificando i numeri di provenienza, e chi si occupava di monetizzare rapidamente il denaro, prelevando somme frammentate in diversi uffici postali tra Trani, Bisceglie e Molfetta. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 14.000 euro in contanti e su conti correnti, tre auto, gioielli e numerose carte di credito utilizzate per il riciclaggio.

La Polizia di Stato invita i cittadini a prestare la massima attenzione: né banche né forze dell’ordine richiedono telefonicamente bonifici, codici o informazioni riservate. In caso di dubbi, è fondamentale contattare direttamente la propria banca o rivolgersi alle forze dell’ordine, senza interagire con i numeri sospetti.

Foto repertorio

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