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Foggia dice no alla mafia: in migliaia alla manifestazione di Libera

Pubblicato da: redazione | Ven, 10 Gennaio 2020 - 16:00

In migliaia questo pomeriggio sono scesi in strada per dire no alla mafia, dopo gli attentati e l’uccisione del commerciante d’auto Roberto D’Angelo.  “Foggia libera Foggia” è la mobilitazione promossa da Libera per rispondere alla violenza criminale che ha contrassegnato l’inizio del nuovo anno.

La marcia è partita da viale Candelaro, dove è stato ucciso D’Angelo. Il corteo ha poi proseguito per via San Severo, piazza Sant’Eligio, via della Repubblica, via Arpi; piazza xx Settembre, corso Cairoli e via Lanza.  Un fascio di rose rosse è stato lasciato dove è stato ucciso D’Angelo.

Al corteo stanno partecipando la ministra Teresa Bellanova,  il governatore pugliese Michele Emiliano, il sindaco e presidente Anci, Antonio Decaro, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, magistrati, sindacalisti, politici e studenti. Sono 391 le realtà che hanno aderito alla manifestazione.  “Scuole, parrocchie, realtà ecclesiali, Comuni, sindacati che hanno scelto di essere al nostro fianco per far sentire con forza il nostro “no” alla violenza criminale mafiosa – spiegano da Libera Foggia –  per non lasciare sole le vittime di questa violenza, per non lasciare soli i rappresentati dello Stato, le forze dell’ordine, la magistratura impegnati quotidianamente in operazioni importanti ed efficaci, per valorizzare il lavoro di resistenza delle tante realtà di questo territorio che provano a costruire percorsi di bellezza e di cambiamento. Oggi un fiume umano sta attraversando le vie della nostra amata città, tutti insieme per essere noi stessi il cambiamento che desideriamo”.

“L’attacco – ha spiegato Emiliano – è stato durissimo a cittadini che hanno testimoniato contro i loro estorsori: hanno fatto saltare in aria l’auto, hanno ucciso delle persone, stanno cercando probabilmente di ricostruire un racket estorsivo per rimettere in piedi l’antica associazione criminale che già 30 anni fa a Foggia aveva messo a ferro e fuoco la città.Quindi un fatto di una gravità senza precedenti.Bisogna stare vicino a chi denuncia, ma chi sa deve parlare, deve dire quello che sta accadendo, perché solo attraverso la collaborazione dei cittadini potremo evitare nuovamente fatti drammatici come quelli che sono accaduti in passato.

Noi – conclude Emiliano – abbiamo perso Michele Panunzio, imprenditore edile coraggiosissimo, abbiamo perso Francesco Marcone, un dirigente della pubblica amministrazione che sono stati uccisi a Foggia anni fa. Noi non possiamo tornare a quell’epoca e dobbiamo mettercela tutta, tutti insieme per difendere Foggia”.

“Foggia non è sola, Foggia è Bari, è Lecce, è Taranto, è Brindisi. Foggia è la Puglia, e questa terra non è abituata a nascondersi. Mai – ha detto Decaro – Noi siamo qui per i cittadini pugliesi che hanno scelto di non nascondersi e vogliono lottare per dare un futuro a tutti noi”.

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