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Filobus a rischio rottamazione, Bari si affida al Comune di Lecce

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:14
Filobusfotoleccenews

BARI – Acquistati nel 2009 non sono mai stati utilizzati. Ed ora si rischia di mandarli direttamente al macero. Se non si mettono subito in circolazione. È l’odissea dei filobus a Bari, in particolare i tre, modello VanHool- Vossoloh Kiepe acquistati sette anni fa, omologati, ma mai utilizzati. In seguito all’entrata in vigore della nuova direttiva europea che vieta l’immissione in servizio di mezzi Euro 5 o inferiori, alimentati a diesel, il Comune di Bari ha dovuto accelerare i tempi. Perché quella stessa direttiva prevede una proroga al 30 giugno per la messa in esercizio dei mezzi già omologati.rnrnIl problema è che a Bari il sistema filoviario, che doveva collegare i quartieri di Carbonara, Ceglie con il centro, non è ancora stato attivato. Per evitare di perdere i mezzi, buttando quindi i soldi stanziati per l’acquisto (oltre che dover fornire spiegazioni alla Corte dei Conti), la giunta ha deciso di chiedere aiuto al Comune di Lecce. I filobus saranno inviati nel Salento e gireranno su quella linea filoviaria.rnrnMa si presenta un’altra questione: considerato che i mezzi sono rimasti in deposito per così tanti anni, necessitano di una manutenzione ordinaria, calcolata intorno ai 120mila euro che sarà svolta dalla Vossloh Kiepe s.r.l., produttrice dei veicoli. La giunta ha quindi dato mandato di prelevare dal fondo di riserva la cifra necessaria per gli interventi previsti.rnrnLa storiarnrnLe filovie sono comparse a Bari per la prima volta nel 1941 e hanno funzionato per circa 40 anni. La giunta Emiliano ha messo mano ad un finanziamento per riattivare i due collegamenti (Ceglie – Carbonara e Carbonara – stazione).  I lavori sono terminati nel 2011. Ma gli otto filobus sono ancora fermi nell’officina dell’Amtab. L’intero sistema, dall’elettrificazione dei cavi alla realizzazione delle tre sottostazioni fino all’adeguamento degli stessi mezzi, è costato circa 4 milioni di euro. Sono stati spesi altri centomila euro per pagare il direttore di esercizio, poi congedato. Ora la richiesta di aiuto a Lecce.

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