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Acari nelle uova, da Bari il gruppo di ricerca per stanare i parassiti

Pubblicato da: redazione | Mar, 15 Agosto 2017 - 10:00
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Dal 2014 i gruppi di ricerca dell’unità di Parassitologia e Micologia (coordinata dal Prof. Domenico Otranto) e di Patologia Aviare (coordinata dal Prof. Antonio Camarda) del Dipartimento di Medicina Veterinaria (DIMEV) dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro studiano il controllo delle infestazioni di acari (Dermanyssus gallinae) nelle galline ovaiole, attraverso l’impiego di metodi di lotta biologici, alternativi a quelli chimici che hanno causato il recente rinvenimento del fipronil in uova destinate al consumo.

L’obiettivo dello studio, il cui responsabile scientifico è Claudia Cafarchia (Professore associato di Parassitologia presso il DIMEV), è quello di scoprire metodi di trattamento delle infestazioni parassitarie evitando la presenza di insetticidi/acaricidi nell’ambiente e nelle uova e riducendo la resistenza dell’acaro ai prodotti chimici utilizzati.

L’acaro rosso del pollame, Dermanyssus gallinae, è uno tra i più dannosi ectoparassiti che colpisce in tutto il mondo gli allevamenti di galline ovaiole, causando diminuzione della produzione avicola, mortalità animale e trasmissione di microrganismi come la Salmonella (quest’ultimo aspetto ampiamente studiato dal team di ricercatori coordinato dal Prof. Camarda). L’eliminazione di questo parassita è un procedimento costoso e non sempre efficace, poiché l’acaro è resistente ai prodotti chimici comunemente utilizzati quali organofosfati, carbamati e piretroidi, il cui uso improprio, peraltro, può causare presenza di residui nelle uova commercializzate.

Limitare l’uso dei prodotti chimici è invece possibile attraverso una lotta biologica basata sull’impiego di funghi (Metarhizium anisopliae s.l. e Beauveria bassiana s.l.). Gli studi in vitro condotti presso l’unità di Parassitologia e Micologia del DIMEV e pubblicati su una prestigiosa rivista internazionale hanno dimostrato che i ceppi di un fungo presente nell’ambiente (Beauveria bassiana) causano mortalità del 100% dell’acaro entro 15 giorni dal contatto, grazie alla capacità di questi funghi di penetrare la cuticola degli acari e produrre sostanze ad attività insetticida/acaricida. La stessa cuticola influenza selettivamente la proliferazione e la germinazione del fungo che, in circa 5 giorni, genera nuovi conidi infettanti per altri acari, presenti nella stessa popolazione.

Il limite principale di questa lotta biologica è rappresentato dal lungo tempo d’azione del fungo (circa 12 giorni) rispetto all’efficacia immediata (circa 24 ore) dei prodotti chimici. Su quest’ultimo aspetto i ricercatori del DIMEV stanno sperimentando metodi per ridurre i tempi di azione del fungo e per aumentarne l’efficacia, anche attraverso l’associazione con olii essenziali.

L’utilizzo di funghi entomopatogeni potrebbe rappresentare un opzione d’intervento innovativo e rispettoso dell’ambiente, visti gli effetti benefici nel lungo periodo e la riduzione dei rischi legati all’utilizzo improprio di prodotti chimici per l’ambiente, per l’animale e per il consumatore finale.

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