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Adelfia, ex fabbrica inquinata da cumuli di rifiuti: appello alla Regione

Pubblicato da: redazione | Mer, 3 Gennaio 2018 - 12:15
Ex_Sapa_3

Il Movimento 5 Stelle ha chiesto chiarimenti all’assessore regionale all’ambiente Filippo Caracciolo, in merito alla situazione dell’ex Sapa, lo stabilimento a circa 3 chilometri da Adelfia in cui si svolgevano attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi e trasformazione in compost, sequestrato nel 2005.

“Nonostante le bonifiche – dichiarano la consigliera regionale M5S Antonella Laricchia e la consigliera comunale M5S Francesca De Palma – è ancora ingente la quantità di rifiuti accatastati nel capannone. Nel 2015 il Comune di Adelfia aveva comunicato la completa rimozione dei cumuli, ma in realtà le operazioni non sono state completate e vogliamo sapere il perché e se esistano delle analisi che accertino che i cumuli attualmente presenti non contengono materiale contaminato”.

Nell’ottobre 2005  lo stabilimento fu sequestrato dai carabinieri del Noe, in quanto in alcuni campioni di concimi e fertilizzanti per l’agricoltura prodotti dall’azienda erano stati rinvenuti quantitativi in eccesso di metalli pesanti. Nel 2009 la Regione Puglia inserì il sito ex Sapa nel Piano regionale delle bonifiche e, alla fine del 2010, stanziò i finanziamenti necessari per la caratterizzazione, la messa in sicurezza e la bonifica. Nel 2007 il curatore fallimentare dell’azienda comunicava i risultati delle  analisi chimiche che evidenziavano “una contaminazione non trascurabile di metalli pesanti; il percolato presente sul piazzale è contaminato dalla salmonella” e indicava pertanto  i criteri per la messa in sicurezza dei luoghi, che però, a distanza di oltre 10 anni, pare non essersi realizzata del tutto.

“A questo punto vorremmo sapere anche a quanto ammontano i finanziamenti regionali sino ad ora concessi al Comune per le attività di messa in sicurezza d’emergenza del sito – concludono le pentastellate – e se siano previste ulteriori risorse per completare le attività, una pratica purtroppo  fin troppo diffusa”.

 

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