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I salotti di via Sparano, le spiagge di San Girolamo, i “nuovi” teatri: viaggio tra i cantieri di Bari

Pubblicato da: Gino Martina | Dom, 8 Aprile 2018 - 09:00
Sopralluogo Waterfront Ott

Bari prova a cambiare la propria pelle e lo fa, a fatica, a volte con errori e ritardi, ma sempre con l’intento di progredire. Così, dal centro alla periferia, sorge una vera e propria città cantiere, con gru, elmetti e operai già al lavoro o che presto o tardi lo saranno. Anche con zappe e aratri, perché la nuova città si vestirà anche di verde, non solo di cemento, aprendo parchi e giardini.

I cantieri da realizzare

Tanti i lavori in corso, quindi, nel cuore del capoluogo pugliese, dal rifacimento del lungomare a Nord del quartiere San Girolamo alla nuova veste della centralissima via Sparano, dal palco ai posti a sedere del Teatro Piccinni al nuovo Parco della Rinascita, previsto a bonifica terminata, per rimarginare la ferita nell’area della ex Fibronit.

Alcuni di questi cantieri si trascinano da lungo tempo e quelli del cosiddetto Waterfront di San Girolamo e del Piccinni sono gli esempi più visibili. Ma Bari è fatta anche di cantieri promessi che non sono ancora partiti: l’allargamento di via Amendola, il parco e i centri culturali tra gli ettari dell’ex caserma Rossani e il fazzoletto di terra liberato dall’ex Gasometro tra via Napoli e via Mazzini, destinato anch’esso a diventare un’area verde al servizio dei cittadini.

Quartiere Sant’Anna

A queste e altre opere è d’obbligo aggiungere quelle necessarie di urbanizzazione del quartiere nuovo di zecca e di fatto incompiuto di Sant’Anna. Bello da immaginare visto col suo prospetto verso il mare a Sud della città, invivibile fino a quando regneranno strade coperte dal fango, sbarrate o non illuminate. Proprio al rione Sant’Anna è destinata la vasca di laminazione progettata per conto dell’amministrazione comunale. Non la soluzione a tutti i problemi, ma almeno un primo passo verso la civilizzazione dell’area dove vivono da anni decine di famiglie.

La nuova via Sparano

Il racconto della città in evoluzione dal punto di vista urbanistico non può che partire dal nuovo maquillage della principale strada commerciale: via Sparano. Metabolizzato il cosiddetto effetto cannocchiale, vale a dire la possibilità di vedere il prospetto della stazione centrale da piazza Chiurlia, ossia dall’ingresso della città vecchia, grazie alla (contestata) rimozione delle palme, i lavori per la realizzazione dei sei salotti previsti nel progetto sono a circa metà del loro percorso.

In esecuzione dal 2016, il progetto da 4 milioni e 607 mila euro rappresenta una delle tracce principali che questa amministrazione, guidata dal sindaco Antonio Decaro, vuole lasciare alla città. In un primo momento si era parlato di 16 mesi per essere ultimato, ma i tempi sembrano dover essere molto più lunghi e superare abbondantemente i due anni. Via Sparano, infatti, ha cambiato aspetto a partire da corso Vittorio Emanuele fino a via Putignani. Ma di lì in poi, vale a dire fino a via Nicolai, è attraversata da lavori in corso, passaggi pedonali “d’emergenza” e cantieri ancora da allestire per ridisegnare tutti i sei isolati caratterizzati da altrettanti salotti a tema (suggestivo quello con la nuova scalinata della chiesa di San Ferdinando). Oltre la via che costeggia l’Ateneo, poi, c’è il cantiere del tragitto che attraversa piazza Umberto, anch’esso da completare.

Il Waterfront di Fesca San Girolamo

Come da completare è il nuovo lungomare di Fesca San Girolamo. Il sogno di una lunga spiaggia e della sua promenade nella periferia di Bari sembra più vicino, ma non ha ancora tempi certi. È lì che inizia a concretizzarsi, ma è lontano dai termini prefissati tre anni fa (il cantiere è partito nel 2015), tanto da registrare già un anno di ritardo sulla tabella di marcia. Qualche errore di valutazione, critiche da parte di residenti con disabilità per le caratteristiche degli scivoli a loro deputati e proteste dei residenti per i disagi ancora in corso e i pochi operai visti all’opera durante il giorno non sembrano, però, scoraggiare l’amministrazione comunale. I lavori per le nuove spiaggette, con l’allargamento di 20 metri della riva, sono partiti a gennaio. Il dubbio dei residenti rimane, ma la speranza è che per questa estate siano fruibili.

Il Teatro Piccinni riapre il sipario

Per il prossimo anno, invece, la città spera di poter rientrare, sedersi e assistere a uno spettacolo di prosa nel Teatro Piccinni. Ricorsi e polemiche hanno rallentato a più riprese il cantiere che ha però completato il suo primo stralcio del progetto di ristrutturazione da 8 milioni di euro, avviato il secondo da 5 milioni di euro e spera di far partire il terzo e ultimo entro la fine del 2018. In tutto l’esborso sarà di 15 milioni di euro, per un intervento che sta rimettendo a nuovo l’intera struttura, dal palco al foyer, dalla platea ai camerini, adeguandola alle norme di sicurezza e recuperando uno spazio culturale storico (un tempo il principale della città) con 775 posti a disposizione.

La nuova veste del Teatro Margherita

Prima ancora, “entro luglio” ha annunciato al termine dell’ultimo sopralluogo il sindaco, Bari potrà godere anche del Teatro Margherita. Terminato il cantiere la città prenderà confidenza con il suo teatro polifunzionale da 800 posti (è prevista una parziale anteprima con apertura delle porte nei giorni di San Nicola), che sarà parte integrante del Polo delle arti contemporanee, assieme alla sala Murat e al Mercato del pesce.

Dal Mercato del pesce all’arte contemporanea

Quest’ultimo rappresenta l’altro elemento dell’idea di spazio per l’arte contemporanea concepita dall’amministrazione comunale. Per la sua realizzazione il Mibact ha aggiunto un ulteriore finanziamento da 1,8 milioni di euro. Se i tempi dovessero essere rispettati, la grande gru che sovrasta piazza del Ferrarese dovrebbe togliere il disturbo assieme al resto del cantiere nella città vecchia tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2019.

I nuovi polmoni verdi

Dagli spazi chiusi a quelli aperti, i cantieri della città toccano anche le numerose aree verdi. Quelle realizzate, come il parco tra via Suglia e via Toscanini nel quartiere Japigia (opera da 2,7 milioni di euro inaugurata il mese scorso) e le sue 1.800 nuove piantumazioni, e quelli da realizzare.

 

L’ex Gasometro

A cominciare dal parco nell’area di 15 mila metri quadrati dell’ex gasometro nel rione Libertà (avido di spazi verdi). Dopo confronti, discussioni, progetti approvati, modificati e bandi vinti, entro la fine del 2018 il nuovo cantiere dovrebbe partire (in estate dovrebbe essere bandita la gara di appalto) con la realizzazione nell’arco di un anno di un opera che vedrà, tra prati e viali alberati, la sistemazione a verde degli spazi interni, la pista ciclabile e il percorso pedonale, l’area gioco e quella sportiva, la zona di sgambamento per cani e quella relax e ristoro, oltre a quella intrattenimento. Lavori che costeranno all’incirca 2 milioni di euro e che prometteranno di dare ossigeno e cambiare aria in un quartiere popoloso e difficile, dove cemento e asfalto lasciano spazio al traffico e a poco altro.

Lì dove c’era l’ex Fibronit sorgerà il Parco della Rinascita

 

Tutto da concepire è, invece, il Parco della Rinascita nell’area della ex Fibronit. Terminata la messa in sicurezza, si dovrà completare le procedure di bonifica dalla presenza di asbesto. Poi, si potrà iniziare a realizzare il nuovo grande spazio verde attraverso un percorso di partecipazione, già avviato, tra cittadini, residenti del quartiere e professionisti, impegnati in confronti, elaborazione di idee e progetti. I tempi per la realizzazione sono incerti ma per l’estate l’amministrazione comunale, a partire dall’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso, spera di poter iniziare a lavorare almeno sul primo livello di progettazione. Tutto dipenderà comunque dai lavori di bonifica della ex fabbrica iniziati nel novembre 2016 con traguardo previsto per il prossimo novembre.

Il futuro dell’ex Caserma Rossani 

Ma a quello della ex Fibronit si aggiungeranno altri cantieri ex novo per aree verdi (in attesa del completamento dei giardini Isabella d’Aragona accanto al Castello Svevo). A cominciare dalla ex caserma Rossani e dal polo bibliotecario finanziato con nove milioni di euro dalla Regione. Qui gli operai potranno comparire nei due edifici che saranno ristrutturati in questi mesi. Seguirà il parco progettato dall’archistar Massimiliano Fuksas per il quale è pronto il progetto esecutivo e il Comune si prepara a predisporre la gara di appalto.

Col nuovo piano triennale delle opere pubbliche, intanto, l’amministrazione ha anche messo in cantiere i nuovi parchi di via Tridente e via Carrante.

Via Amendola si allarga

Dal verde all’asfalto, si è ancora in attesa che si apra il cantiere per l’allargamento di via Amendola, che ha subito il mese scorso l’ennesimo rinvio. Il problema principale, per il momento, non è tecnico ingegneristico ma legale. Il nodo da sciogliere del tutto, infatti, è ancora legato agli espropri dei terreni lungo l’asse della strada che prevedono lo spostamento dei muretti di cinta e dei cancelli delle tante ville che affacciano sulla via. Alcune di esse sono oltretutto d’epoca e di pregio. I loro recinti dovranno arretrare di alcuni metri. Ma le procedure di esproprio sono durate più del previsto, nonostante siano iniziate lo scorso novembre per 35 particelle di proprietà privata che confluiranno nelle quattro corsie e per il camminamento pedonale, per una delle arterie d’ingresso, quella sulla direttrice per Taranto, più importanti e trafficate della città. Il quando inizieranno effettivamente i lavori è tutto da scoprire.

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