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Come cambia la sanità in Puglia: meno ospedali ma di eccellenza, rivoluzione 118 e Case della Salute

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Dom, 10 Giugno 2018 - 08:00

Meno ospedali ma di eccellenza; 33 Punti territoriali di assistenza (Pta o anche Case della Salute) per potenziare la medicina territoriale ed evitare di intasare i reparti; riorganizzazione della rete della rete 118 di emergenza-urgenza con la scomparsa dei Punti di primo intervento. E’ questa la sanità del futuro prossimo che il governo Emiliano ha disegnato e sta, lentamente, realizzando nonostante le proteste e l’opposizione. Una sanità sul modello lombardo o veneto, vediamo cosa cambia.

Gli ospedali

Il primo tassello della riorganizzazione generale della sanità è stato messo con l’approvazione del piano di riordino ospedaliero circa due anni fa. Complessivamente, la provincia di Bari ha visto incrementare i posti letto pubblici di 183 unità, ma se il Policlinico e il Di Venere vedono lievitare i loro posti letto (+98 e +25), al San Paolo c’è stata una contrazione (-19). In totale, in tutta la provincia, si passa da 2.697 posti letto a 2.880. Complessivamente, aumentano, seppure di poco, i posti i letto in Puglia: il piano di riordino ospedaliero prevede una dotazione di 13mila e 150 unità, circa 150 in più rispetto alla “vecchia” versione. All’ospedale pediatrico Giovanni XXIII viene potenziata la cardiochirurgia (+6 posti letto), la chirurgia pediatrica (+2), l’ortopedia (+2), la terapia intensiva (+4).Il Pediatrico, per ora commissariato, non sarà più succursale del Policlinico, ma diventerà un centro di eccellenza, avrà il ruolo di hub. L’Oncologico Giovanni Paolo II  vede un incremento del 30% della sua dotazione assistenziale con l’attivazione della chirurgia toracica (+16 posti letto), della chirurgia plastica (+6) e dell’urologia (+8)e il potenziamento della ginecologia (+4).

I Punti territoriali di assistenza

Al posto degli ospedali dismessi nasceranno i Punti territoriali di assistenza (Pta), meglio conosciute come Case della Salute. La giunta Emiliano ha dato il via libera, sono 33 i Pta che nasceranno in tutta la regione al posto degli ospedali ormai chiusi o in via di chiusura. Un’operazione che serve a rafforzare la medicina territoriale, i Pta infatti dovranno essere il primo punto di accesso per i cittadini. Alcuni Punti territoriali potranno avere anche reparti per la lungodegenza, tutti invece dovranno prevedere la presenza  degli ambulatori dei medici di base, quello per la cronicità, gli specialistici, la diagnostica di primo livello, il punto prelievi, la postazione del 118 e la farmacia territoriale. Gli edifici già predisposti ad ospitare Tac e risonanze magnetiche potranno continuare a svolgere anche questa attività; chi invece ha già delle sale operatorie potrà svolgere prestazioni ambulatoriali in day service. In pratica, alcune strutture – almeno una per provincia – saranno dei piccoli ma funzionanti ospedali.  A Bari città sono previsti 30 nuovi posti letto; Terlizzi e Triggiano avranno ciascuno 20 posti di lungodegenza e 40 di riabilitazione. L’obiettivo è di convogliare verso i Pta tutti i casi meno gravi, mentre i grandi ospedali (come Policlinico, Di Venere e San Paolo per restare a Bari) si potranno concentrare su urgenze e interventi specialistici.

Addio ai Punti di primo intervento

Da metà maggio è iniziata la chiusura dei 38 Punti di primo intervento pugliesi. I 38 Ppi chiusi o ancora da chiuder sono così dislocati sul territorio: 17 sono in provincia di Bari (Alberobello, Bitonto, Casamassima, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Giovinazzo, Grumo, Locorotondo, Noci, Mola, Polignano, Rutigliano, Ruvo, Santeramo, Terlizzi e Triggiano);  5 nel Foggiano (Monte Sant’Angelo, Torremaggiore, San Marco in Lamis, Vico del Gargano e Vieste); 3 nella Bat (Canosa, Minervino, Spinazzola); 5 in provincia di Brindisi (Cisternino, Ceglie Messapica, Fasano, Mesagne, San Pietro Vernotico); altrettanti nel Tarantino (Ginosa, Grottaglie, Massafra, Moscati, Mottola); e 3 in provincia di Lecce (Campi Salentina, Nardò, Poggiardo). Per i Ppi che garantivano almeno 6mila accessi all’anno non è cambiato molto: al posto dei medici ospedalieri c’è una postazione fissa del 118 sempre con medico, l’ambulanza è presente all’interno delle strutture che sino a maggio ospitavano i Punti di primo intervento. Invece, in sostituzione dei Ppi che non effettuavano 6mila interventi all’anno ora c’è un’auto medicalizzata. I vecchi Ppi si dedicavano principalmente a codici bianchi o verdi, casi non gravi. La sostituzione con le ambulanze medicalizzate fa sì che le persone possano trovare nella postazione fissa già il medico operativo e, in caso di codici gialli o rossi, è garantito un intervento e trasporto in ospedale più tempestivo.

Le assunzioni e stabilizzazioni

Per quanto riguarda il personale, sono cominciate le stabilizzazioni dei precari, mentre per le assunzioni bisognerà attendere. In provincia di Bari sono 300 gli infermieri, 19 logopedisti, 16 tecnici di laboratorio, 7 ostetriche, 4 dirigenti medici, 5 fisioterapisti che hanno ottenuto la stabilizzazione, in totale 389 lavoratori. In tutta la Puglia sono circa 1.300.

 

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