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Bitonto, estetista ferita per sbaglio nella sparatoria: arrestate due persone

Pubblicato da: redazione | Mer, 26 Settembre 2018 - 14:30

Lesioni personali aggravate, detenzione e porto abusivo illegale di armi, spari in luogo pubblico, reati commessi in concorso tra loro, con l’aggravante di aver agito per favorire il sodalizio mafioso di appartenenza. Queste le accuse a carico di Domenico Conte, 48 anni, elemento di vertice dell’omonimo sodalizio ed attualmente in carcere ad Agrigento, e Danilo Gentile, 23 anni, entrambi di Bitonto, destinatari di due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Bari, su richiesta della competente dda, ed eseguite dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari e della Compagnia di Molfetta.

La vicenda s’inquadra nella violenta faida in corso tra due gruppi criminali strutturati di Bitonto, in lotta per conquistare il controllo delle fruttuose piazze spaccio di quel centro: da un lato, il sodalizio dei Conte, dall’altro quello dei Cipriano, rispettivamente, attivi in periferia e nel borgo antico, aree entrambi di contrasti armati, culminati il mattino del 30 dicembre 2017 con l’accidentale uccisione dell’83enne Anna Rosa Tarantino e il ferimento di uno degli affiliati al gruppo Cipriano.

Conte e Gentile furono i protagonisti di quel raid punitivo all’interno dei vicoli del centro storico del paese, finalizzato ad eliminare un esponente del sodalizio rivale, quale risposta armata al ferimento di due sodali, Giuseppe Antuofermo e Luca Caldarola. I due indagati, dopo averne studiato le abitudini quotidiane, si posizionarono sul tetto di un’abitazione della centralissima Piazza di Porta Robustina di Bitonto, di fronte alla residenza della vittima designata, armati di una pistola calibro 357 magnum. Non appena scorto il rivale, esplosero 5 colpi all’indirizzo dello stesso, mancando il bersaglio, ma colpendo di striscio alla gamba l’innocente estetista 29enne Angela Caldarola, che ha riportato una ferita guaribile in quattro giorni.

Le indagini esperite nell’immediatezza, consentivano di rinvenire sul tetto dell’abitazione i cinque bossoli esplosi dagli indagati, così come di ricostruire nel dettaglio gli eventi di quella serata. La successiva collaborazione con la giustizia da parte di gregari di spicco del sodalizio Conte ha consentito di arricchire ulteriormente il quadro probatorio raccolto ed attribuire le responsabilità ai destinatari dell’odierno provvedimento.

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