Dall’entusiasmo alla rassegnazione in poco più di un mese. E’ lo stato d’animo che accomuna i 22 commercianti del nuovo mercato coperto in via Amendola, nel quartiere San Pasquale di Bari, dopo il trasferimento delle storiche bancarelle da via Nizza lo scorso 5 novembre. La festa dell’inaugurazione si è trasformata giorno dopo giorno in un calvario tra scarsa affluenza degli acquirenti e assenza di promozione sul territorio della struttura a forma di T da circa 1.445 mq, soprattutto durante il periodo natalizio.
Le problematiche sono evidenti fin dall’ingresso al mercato. L’accesso è indicato da un cartello della segnaletica verticale e la stessa scritta è stata ripetuta a caratteri cubitali, realizzata a mano (immagine d’anteprima), in modo artigianale e nella logica del marketing “non attrattiva”. Anche l’insegna della parafarmacia è stata assemblata unendo quattro casse per la frutta di colore blu per formare una croce appesa a un alberello nel parcheggio e un semplice pezzo di cartone (foto in basso). Non c’è nemmeno un’insegna luminosa o addobbi in vista delle festività natalizie.
I corridoi tra le bancarelle restano deserti per gran parte della settimana: “Si lavora un’oretta di mattina, poi dalle 12 non c’è più nessuno – racconta Nicola Decaro, fruttivendolo -. Ormai i debiti hanno superato gli incassi forse era meglio stare in mezzo alla strada”. “Ci hanno abbandonato”, aggiunge Rossana della Casa Glamour, ex abusiva che ha deciso di mettersi in regola con un corso promosso dall’amministrazione Decaro. “Sono sempre più convinta di aver sbagliato investimento, da gennaio dovrò prendere delle decisioni se restare o abbassare la saracinesca”.
Sei box su 28 sono tuttora sfitti e nonostante la disponibilità del Comune alle aperture pomeridiane il mercato continua a stentare. Nelle ultime ore l’assessore al Commercio, Carla Palone, ha fatto visita ai venditori: “Siamo i primi loro sostenitori, rafforzeremo la comunicazione e le iniziative collaterali. Anche l’insegna luminosa sarà montata nei prossimi giorni. Invito i commercianti a non mollare come se fosse una start-up”.