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Porto di Bari, inquinamento delle grandi navi: dal primo gennaio emissioni CO2 ridotte del 20%

Pubblicato da: redazione | Gio, 19 Dicembre 2019 - 15:30
Il porto di Bari

Nell’ambito della strategia ad ampio spettro condotta dalla International Maritime Organization dell’ONU volta al contenimento e alla riduzione dell’impatto ambientale e alla ecosostenibilità del trasporto via mare nel suo complesso, contenente le misure di riduzione delle emissioni nocive (ossidi di zolfo , ossidi di azoto e particolati) e di gas serra da parte delle navi, in base all’allegato VI della Convenzione internazionale MARPOL, il 1 gennaio 2020 entrerà in vigore su scala mondiale il nuovo limite della percentuale di zolfo nei combustibili navali, applicabili alle navi di qualsiasi bandiera, pari a 0,5%, ben 7 volte inferiore al vigente limite del 3,5% . 

Tale previsione costituisce una risposta importante e convincente da parte del mondo dello  shipping alla crescente domanda di mitigazione dell’impatto ambientale e rappresenta un contributo essenziale al miglioramento della qualità dell’aria degli ambiti portuali . Peraltro già da alcuni anni le navi all’ormeggio non possono utilizzare  combustibili marini con tenore di zolfo superiore a 0,1%.

Si stima che, in attuazione di detta normativa,  a partire dal 1 gennaio 2020 le emissioni nell’aria  di ossidi di zolfo saranno ridotte del 77%, con forti benefici in particolare negli ambiti portuali e nelle aree marittime caratterizzate da intenso traffico marittimo.

Contemporaneamente sarà compiuto un ulteriore passo in ordine alle misure operative per l’abbattimento progressivo delle emissioni CO2 da trasporto marittimo, con obbligo per le nuove navi in costruzione di miglioramento dell’efficienza energetica che consenta la riduzione del 20% di CO2 per tonnellata/km. 

Le strade che possono essere percorse per essere coerenti a con la nuova normativa internazionale  sono essenzialmente tre:

  • adottare combustibili derivati dal petrolio con tenore di zolfo inferiore a 0,5%;
  • continuare ad usare combustibili derivati dal petrolio tradizionale, dotando però la navi di sistemi di filtraggio e pulizia dei gas di scarico, i cosiddetti scrubber;
  • adoperare combustibili alternativi come il GNL (metano liquefatto) che riducono ancor più drasticamente le emissioni nocive e i particolati.

Stante la difficoltà della terza soluzione, per carenza al momento dei depositi di stoccaggio del GNL nei nostri porti, la prima soluzione è quella che sarà prevalentemente adottata dalle compagnie di navigazione. 

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