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Puglia, volano gli stracci nel governo Emiliano. Pisicchio accusa: “Legge sulla Bellezza boicottata da maggioranza”

Pubblicato da: redazione | Mer, 29 Luglio 2020 - 17:30

La mancata discussione nell’ultima seduta del Consiglio regionale della legge sulla Bellezza, strumento urbanistico, provoca dissapori nella maggioranza di centrosinistra. L’assessore regionale Alfonso Pisicchio, promotore del disegno di legge, attacca anche la coalizione di cui fa parte: “E’ un sonoro schiaffo ai tantissimi pugliesi, amministratori locali e ordini professionali – sostiene – che in questi anni hanno liberamente contribuito all’elaborazione di un testo che avrebbe proiettato la Puglia tra le prime Regioni a dotarsi di uno strumento legislativo che finalmente mette ordine alla pianificazione territoriale, preservando ambiente, paesaggio e qualità della vita. E invece, come i più classici finali da politica politicante, taluni esponenti della maggioranza di centrosinistra e le forze di opposizione hanno tacitamente e trasversalmente deciso di non decidere, ritenendo che qualità della vita, tutela della nostra identità culturale e paesaggistica, lotta all’abusivismo e agli ecomostri non siano temi degni di un dibattito politico”.

Ieri, durante la riunione dei capigruppo, all’unanimità è stato deciso di non discutere il disegno di legge e nella stessa coalizione di centrosinistra quasi tutti erano d’accordo nel non portare il testo in Aula. “Non nascondo – ammette Pisicchio che ha lavorato per quasi 4 anni alla norma – la mia profonda amarezza e delusione perché credo che dietro il paravento della estenuante melina sulla doppia preferenza di genere, qualcuno ne abbia volutamente approfittato per insabbiare definitivamente il testo, barattando i bisogni dei pugliesi con meri calcoli elettorali. E oggi, non a caso, siamo qui a commentare non l’esito del voto in Aula ma un silenzio assordante e imbarazzante di chi ha preferito il bavaglio al confronto. Certo, c’era da aspettarselo dal centrodestra che già in V Commissione aveva dato chiari segnali di insofferenza facendo venir meno il numero legale sulla votazione, ma è incomprensibile l’atteggiamento di alcuni esponenti del centrosinistra”.

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