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Bari e Trani, in carcere bagni dove si dorme e si mangia: “Violati i diritti”

Pubblicato da: redazione | Mar, 19 Aprile 2022 - 14:00

Sono parole al veleno quelle del sindacato della polizia penitenziaria Sappe. La denuncia riguarda lo stato di degrado in cui vertono le carceri di Bari e Trani. Un grido di allarme che – a detta del sindacato – da anni resta inascoltato.  “In più occasioni – scrivono in una nota – il SAPPE ha sollecitato la chiusura delle sezione femminile del carcere di Bari, nonché  quella in cui venivano allocati i detenuti  semiliberi a Trani. Dopo tante battaglie  e proteste a tutti i livelli , il nostro sindacato è riuscito a farle chiedere poiché inagibili ed irrispettosi dei diritti minimi, della dignità nonché della privacy dei detenuti.

Con lo scoppio della pandemia – proseguono – il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari,  nonostante la  Puglia fosse la più affollata della nazione  con il 150% di presenze , ha costretto i Dirigenti delle carceri di Trani e Bari ad aprire quelle sezioni che il Ministero della Giustizia  aveva dichiarato inagibili, poiché  offrivano  una situazione igienica sanitaria da terzo mondo, ove i detenuti  giornalmente  venivano  offesi nella  loro dignità di  esseri umani.

La cosa che faceva più male era che nel ventunesimo secolo, con garanti, associazioni, radicali ecc.ecc., detenuti  uomini e donne  erano costretti a fare i loro bisogni  corporali  senza alcuna privacy nella stessa stanza dove mangiavano, dormivano,  e passavano tutta la maggior parte della loro giornata, peggio degli animali, oppure a lavarsi in locali fatiscenti  degni dei lager nazisti- Purtroppo – evidenziano – questa situazione non colpiva solo i ristretti  ma anche i poliziotti penitenziari costretti a lavorare in  ambienti fatiscenti, sporchi  e freddi.

Peraltro aprire quelle sezioni metteva più in difficoltà la gestione delle carceri poiché necessitava di ulteriori poliziotti che non c’erano a causa della carenza organica. Comunque considerata l’emergenza pandemica quelle sezioni hanno funzionato a pieno ritmo ospitando i detenuti positivi al covid, oppure nuovi giunti che dovevano essere isolati”.

Poi l’affondo: “Attualmente l’emergenza non ci sarebbe più, ma il dottor Martone  responsabile regionale dell’amministrazione penitenziaria, invece di chiudere con immediatezza quelle sezioni continua a tenerle aperte per metterci detenuti comuni a Trani, ed anche   con problemi psichiatrici a Bari, riempiendo ancora di più i predetti  penitenziari, già sovraffollati,  nonostante i gravi disagi  per detenuti e poliziotti.

Il SAPPE ritiene che quello che sta facendo il Provveditore regionale  non sia legale  e nemmeno corretto, poiché è inaccettabile che si costringano dei detenuti a  vivere in tali condizioni, nonostante tali reparti siano  stati chiusi, da tempo,  dal Ministero della Giustizia.

Forse il Provveditore regionale dalla sua stanza comoda ed ovattata dal suo ufficio di Bari, non immagina minimamente il disagio,  la sofferenza che tutto ciò  provoca sia ai detenuti che ai poliziotti impiegati in quei reparti fatiscenti, per cui lo invitiamo a passare una giornata in quelle sezioni  per ricordargli che sta violando le disposizione del DAP ed i diritti umani.

Il SAPPE si domanda dove siano i “professionisti del carcere” quali i garanti, le associazioni  prima  tra tutte Antigone sempre pronta a denunciare i poliziotti, i radicali ecc.ecc.  di fronte a tutto ciò? Certo  in questo momento gli orrori e le tragedie che si stanno vivendo in Ucraina  ci distolgono giustamente da tante problematiche nazionali e locali, ma il comportamento di chi si può permettere di incidere sul destino e sulla dignità di una persona, non può certamente essere ignorato o peggio avvallato.

Nei giorni scorsi il SAPPE ha  scritto al  Provveditore regionale  chiedendo di  rivedere la sua posizione sulla vicenda, ma lo stesso con disinteresse e   superficialità non ha nemmeno ritenuto di rispondere alle richieste del SAPPE che chiedeva di chiudere le sezioni della vergogna, ormai le uniche nella nazione. Ci dispiace poi che sulla questione non sia nemmeno intervenuta la senatrice Piarulli già direttrice del carcere di Trani che ben conosce quanto sia   aberrante la situazione della ex semilibertà .

Proprio per questo il Sappe si rivolge ai mass media , ai politici, al magistrato di sorveglianza , vero garante dei detenuti, per denunciare una situazione che non può essere più tollerata  e perché facciano pressione affinché le sezioni della vergogna vengano chiuse al più presto, in nome della dignità umana di detenuti, e lavoratori della polizia penitenziaria. Il SAPPE invita poi i sindaci delle città  di Bari e Trani a visitare le sezioni in questione  in qualità di responsabili dell’igiene e sicurezza pubblica,  per accertare le condizioni igienico sanitarie  in cui sono costretti a vivere i detenuti , nonché – concludono – a lavorare  i poliziotti”.

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