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La California accende le telecamere su Bari: “Raccontiamo al mondo un’Italia che non tutti conoscono”

Pubblicato da: Adalisa Mei | Mer, 20 Luglio 2022 - 06:30

Esiste il sogno americano e poi esiste la Puglia dove i borghi antichi, i profumi della terra, la tradizione culinaria, incastonati nella pietra bianca, fanno sognare anche chi viene da molto lontano. In questi giorni ventidue studenti americani si sono immersi nella nostra regione a caccia di piccoli particolari che fanno grande questa terra.

“L’importante è fare del buon cinema e in Puglia ci sono tante belle storie da raccontare. Desidero fare incontrare due mondi: l’America e l’Italia. Ma non voglio parlare delle solite città, ma dell’Italia di Bari e del sud”. Pietro Pinto, amante del buon cinema, bolognese con origine molesi e residente a Venice Beach, è un giovane talento che ha deciso assieme alla docente di fotografia Weimin Zhang di guidare 30 studenti della SFSU, San Francisco School of Cinema, in un corso intensivo di cinema documentario nella città di Bari.

Pinto è infatti regista e professore di cinema in California ed ha solo 32 anni, ma come lui stesso dice: “Il bello dell’America è che se hai delle idee chiare e sai fare business fai strada in fretta”. Il gruppo guidato dal filmmaker bolognese a Bari, è costituito da 22 studenti californiani più 4 docenti e 8 studentesse dell’Università di Bari che fanno da traduttrici. Pinto lavora in partnership con l’Apulia Film Commission.

Rimarranno qui per tre settimane e sono trascorsi solo 7 giorni dal loro arrivo. “La prima settimana è stata dedicata alla scoperta del territorio e agli incontri” – spiega il regista – e l’obiettivo finale delle tre settimane sarà quello di produrre 4-5 documentari su tematiche e personaggi locali”. Nel 2017 la stessa esperienza fu fatta a Monteveglio (Bologna), suo paese di origine.

Il primo incontro è stato con lo chef barese Antonio Scalera. “L’entusiasmo di questi ragazzi è travolgente, racconta. Li ho portati con me al mercato di Santa Scolastica. Ho mostrato loro i prodotti tipici pugliesi. Abbiamo fatto un giro per le strade di Bari vecchia. Domani (oggi, ndr) saranno nel mio locale per una lunga intervista e infine vivranno i “ritmi” della mia cucina. In un momento come questo – sottolinea – in cui spesso ci si confronta con l’arroganza e l’impreparazione, questa esperienza è una boccata di ossigeno. Questi giovani sanno guardarsi intorno, apprezzano le professionalità e mi stanno regalando momenti di crescita”.

Gli studenti hanno anche incontrato Mario Nardulli, presidente della Pigment Workoom (laboratorio di stampa artistica che rappresenta e promuove artisti ed illustratori), che ha sviluppato il progetto “Buonasera alla Casa”, un’indagine antropo-artistica sugli spiriti domestici della città di Bari. Due altri cortometraggi riguarderanno la comunità lgbt e la vita e la storia di una artista haitiano, residente a Polignano a Mare, incontrato solo qualche giorno fa.

Ma perché Pinto ha scelto proprio Bari? “Mio nonno – racconta – era di Mola di Bari. Per me è come tornare alle mie origini. Ma è soprattutto un modo per far conoscere al mondo un’Italia che non è raccontata sui giornali, come accade per Roma o Milano. Dal momento che facciamo documentari portiamo in America qualcosa di nuovo. I ragazzi californiani si sono innamorati della Puglia e a Bari c’è un grande fermento culturale”.

Bari, quindi, sarà lo sfondo di quattro racconti. Di volti, di storie, di vite. Un angolo della nostra città, delle sue professionalità, delle sue tradizioni, di mani che lavorano e di sorrisi,   volerà in California a farà sognare anche quel pezzo di mondo.

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