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Maiellaro: “Lasciare il Bari fu l’errore più grande. Mercato? Voto 6,5”

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 2 Febbraio 2023 - 19:31

In 115 anni di storia, sono stati tanti i campioni che hanno vestito la maglia del Bari. Tra i calciatori più talentuosi, c’è sicuramente Pietro Maiellaro, idolo della tifoseria biancorossa a cavallo tra gli anni 80 e 90.

Pietro Maiellaro è anche apprezzato per la sua schiettezza e si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare la sua carriera e il periodo difficile che sta attraversando il calcio italiano ma anche la squadra biancorossa.

Che idea si è fatto del momento che sta vivendo il calcio italiano? Tra inchieste, penalizzazioni e pesanti accuse.

“Si è capito che tutto è divenuto problematico. Non c’è nulla di nuovo, sono tutte questioni che si protraggono da diverso tempo.”

A proposito di pesanti accuse: hanno fatto molto discutere alcune dichiarazioni di calciatori della sua generazione che hanno sollevato dubbi su alcune sostanze assunte nel corso della propria carriera.

“Spero che non sia l’inizio di un qualcosa di più grosso. Per quanto mi riguarda, ricordo bene cosa mi hanno somministrato, ma ero anche molto restio nell’assumere farmaci che non conoscevo. Ma sicuramente qualcosa di strano c’è stato.”

Perchè il calcio italiano è così indietro rispetto ad altri campionati, quello inglese in primis?

“L’Italia è un paese conservatore: c’è poca competenza e pochissima organizzazione. Inoltre, mancano gli investimenti specie nei settori giovanili. Ma anche i social hanno rallentato il tutto: sono diventati tutti allenatori e direttori sportivi.”

Veniamo a lei. Negli ultimi anni diverse esperienze da allenatore ma anche da dirigente. Al momento, di cosa si occupa?

“Sono il direttore tecnico del Lucera, mi occupo anche di scouting.”

Cosa vorrebbe fare “da grande” Pietro Maiellaro?

“Il lavoro di allenatore non fa per me. Ho già sbagliato anni fa quando mi sono cimentato, mi sono venuti anche i capelli bianchi (ride). Per avere soddisfazioni nel ruolo di tecnico, bisogna allenare ad alti livelli, almeno c’è compensazione tra sforzi profusi e compenso economico. In quel caso i capelli bianchi li avrei accettati volentieri.”

Se si guarda indietro e pensa alla sua carriera da calciatore, cosa le viene in mente?

“Forse qualche scelta troppo affrettata, ma non ho grossi rimpianti. Non sono mai sceso a compromessi con nessuno e ho sempre camminato a testa alta.”

Il passaggio dal Bari alla Fiorentina avrebbe dovuto costituire un salto di qualità per la sua carriera. Invece le cose andarono in maniera diversa. 

“Una situazione strana. Al momento del trasferimento c’era una proprietà, poi me ne sono ritrovata un’altra. Tuttavia ritengo che l’errore più grande fu quello di lasciare Bari.”

Lei è tra gli idoli della tifoseria biancorossa. Con la maglia del Bari ha disputato 119 partite segnando 26 gol. Che storia è stata quella tra Maiellaro ed il Bari?

“E’ stata una storia fantastica, tranne i primi quattro mesi perchè ebbi problemi d’inserimento. Sono orgoglioso e onorato d’aver indossato quella maglia che rappresenta la mia seconda pelle.”

A proposito di gol, genio e follia: la rete da centrocampo al Bologna nel 1991?

“Fu una rete di puro istinto e non fu un gol semplice. Ma va detto che, durante gli allenamenti, provavo spesso quel tipo di conclusione dalla distanza. Ovviamente ci vuole anche un pò di fortuna e spregiudicatezza per tentare una giocata del genere.”

Che coppia con Joao Paulo. In quel periodo veniva scambiato anche lei per un brasiliano.

“Una roba esagerata, spettacolo puro. Joao Paulo era un talento straordinario, aveva un controllo di palla eccezionale. Pochi al suo livello. Ci capivamo al volo, parlavamo la stessa lingua. Un grande feeling.”

Passiamo alla stretta attualità. Martedì 31 gennaio si è concluso il calciomercato del Bari. Secondo lei, la squadra di Mignani ne esce rafforzata o indebolita?

“In teoria dovrebbero essersi rinforzati, visto che sono andati via calciatori poco utilizzati per fa spazio ad elementi che dovrebbero trovare più spazio. Spero che Polito abbia fatto le scelte giuste.”

Come mai, una società con a capo i De Laurentiis, si riduce all’ultimo giorno per effettuare operazioni in entrata?

“Credo rientri nel loro modo di fare calciomercato. Anche in passato è stato così. Ma dobbiamo anche ricordarci quello che hanno fatto col Napoli, i primi anni non sono stati semplici. Bisogna avere pazienza anche se mi rendo conto che le esigenze della piazza sono altre, la gente è stanca e vorrebbe vedere la squadra sempre al vertice. Purtroppo siamo troppo condizionati dai risultati.”

Andando nello specifico, sono arrivati cinque calciatori: Esposito, Benali, Molina, Matino e Morachioli. Il suo parere sui nuovi arrivi…

“Sicuramente pescare dalla C è stata una buona idea: hanno preso gente che vuole affermarsi e che, in futuro, potrebbe diventare un business per la società.”

Bari che aveva “quasi” ingaggiato Manolo Portanova, calciatore condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per stupro. Solo la rivolta social dei tifosi del Bari, ha impedito al club dei De Laurentiis di tesserare l’ex centrocampista della Juve. 

“I social hanno la loro influenza. La società aveva fatto una scelta, poi ci hanno ripensato perchè i tifosi si sono sentiti presi in giro. Se poi pensiamo a tutte le vicissitudini che ci sono state a Bari negli anni scorsi, è stato giusto così. I tifosi vogliono gente pulita. Tuttavia è una questione che riguarda la sfera privata di Portanova.”

Secondo lei è stato un calciomercato di una società che punta alla serie A? Che voto assegna al calciomercato del Bari?

“Non mi risulta abbiamo fatto colpi importanti. Detto questo, saranno calciatori funzionali al progetto tattico di Mignani. Voto? 6,5. Ma aspettiamo di vederli in campo.”

La luna di miele tra i tifosi del Bari e i De Laurentiis sembra ormai agli sgoccioli. E le lamentele sul calo degli spettatori hanno fatto il resto.

“Chi si è lamentato dei tifosi biaancorossi, deve assumersi le proprie responsabilità. La piazza di Bari la conosciamo, ci vuole poco per passare dall’euforia ad un clima polemico. Spero che l’ambiente possa ricompattarsi. Sicuramente se arriveranno i risultati, tutto sarà più semplice.”

E veniamo al calcio giocato. Bari reduce da due sconfitte consecutive e da una pessima prestazione contro il Perugia. Come mai questi improvvisi stop?

“Il campionato di B è lungo ed imprevedibile e le insidie sono dietro l’angolo. A Palermo gli episodi non hanno sorriso al Bari, mentre contro il Perugia è stata davvero una partita brutta contro una squadra che al 90% retrocederà. Ma nel calcio sono cose che succedono.”

Cosa si aspetta dalla squadra di Mignani per il prosieguo del campionato?

“Credo che il Bari resterà nelle zone alte sino alla fine del torneo. L’orgoglio dei calciatori verrà fuori.”

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