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Dalle classi pollaio al precariato, emergenza scuola in Puglia: “Manca volontà politica, vogliamo risposte”

Pubblicato da: redazione | Mar, 7 Febbraio 2023 - 18:30
scuola studenti

“La scuola pugliese è ancora senza risposte concrete, si continua a navigare a vista in stato di costante emergenza senza una seria progettualità per il futuro, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché delle famiglie pugliesi”. Sono le parole di Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia, in merito a una situazione sul fronte scuola che sembra non voler cambiare rotta ed è in fase di stallo da molto tempo.

“A partire dall’anno scolastico 2024/25 – sottolinea Verga – le scuole in Puglia passerebbero dalle attuali 631 a 580. Numeri alla mano, ad oggi le 631 scuole del territorio regionale contano 540.832 alunni: ancora una volta i nostri studenti sono considerati dei numeri da far quadrare. Tuttavia, anziché approfittare del calo, sebbene negativo, di iscrizioni per decongestionare le cosiddette classi pollaio, non si perde tempo e si procede con tagli lineari” – ha specificato evidenziando che questa problematica si aggiunge al “problema cristallizzato del personale, con un precariato ormai dilagante”.

“Manca solo la volontà politica di risolvere il problema” – tuona Verga – la stabilizzazione per 14.630 precari pugliesi (12.250 docenti e 2.380 ATA), infatti  comporta una differenza di spesa di 9.235.378 euro all’anno, 715 euro per ogni precario, e permetterebbe una stabilità ad intere comunità scolastiche nonché alle famiglie di detti lavoratori. Per intenderci – l’intero impegno di spesa sarebbe riconducibile a un importo di un quarto inferiore a quello di 40 milioni di euro stanziato, in ciascun anno, per i progetti regionali “diritti a scuola”. Le forze politiche pugliesi facciano un esame di coscienza e si impegnino a convincere il Governo che la stabilizzazione rappresenta l’unico strumento in grado di garantire la continuità didattica, nel pieno rispetto delle direttive europee, e di favorire il rilancio dell’economia” – conclude.

Foto repertorio

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