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“Padri separati trattati come bancomat”: la denuncia di Codici

Per la rubrica "Consumatori" la denuncia dell'associazione Codici su ultima sentenza Cassazione

Pubblicato da: redazione | Sab, 29 Aprile 2023 - 17:48
foto freepik

“Padri separati trattati come bancomat”. A dirlo l’associazione di consumatori Codici commentando  una sentenza della Cassazione che ha respinto il ricorso del genitore contro l’obbligo di versare ogni anno, entro il 30 giugno, un assegno di 2.500 euro per ogni figlio per le vacanze estive.

“I padri separati hanno diritto ad una quotidianità con i figli – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed i magistrati con queste decisioni allontano i figli dal genitore separato. Nel caso dei padri, ormai sono ridotti ad un salvadanaio a cui attingere per ogni tipo di spesa. Attenzione, non bisogna soffermarsi sull’importo stabilito per l’assegno in questa specifica sentenza. La cifra di 2.500 euro colpisce senz’altro, ma non deve distrarre, perché ciò che conta è il concetto. Ci riferiamo al fatto che, per la Cassazione, le vacanze estive rientrano nelle spese per il mantenimento ordinario e l’importo deve essere adeguato all’indice Istat”.

“Quindi – continuano dall’associazione –  non c’è nulla di voluttuario e imprevedibile, è una costante che deve essere aggiornata tenendo conto dell’inflazione. Un pronunciamento che, sinceramente, lascia allibiti. Si pensi, ad esempio, alla giurisprudenza della stessa Cassazione che fa rientrare nelle spese ordinarie voci ricorrenti e prevedibili, come quelle per gli alimenti e l’igiene personale, i vestiti e le attività ricreative, una casistica in cui si fa fatica a far rientrare le vacanze. E poi viene da chiedersi come sia possibile stabilire la costante della spesa delle vacanze, indicando di prendere in considerazione gli indici Istat, ignorando aspetti tutt’altro che secondari, come per esempio i costi del viaggio, se in aereo oppure in treno. Prendere in considerazione la situazione economica dei genitori e lo stile di vita della famiglia non significa trasformare il padre in un bancomat, costringendolo ad esborsi che possono trasformarsi in un peso troppo grande da sostenere. Si è imboccata una strada preoccupante. Far valere i diritti dei padri separati diventa sempre più difficile, ma questo non ci spaventa e tantomeno ci fermerà”.

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