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Reddito di cittadinanza: frode da 500 mila euro, 48 indagati nella Bat

Lo percepivano illegalmente: si dichiaravano 'senza fissa dimora'

Pubblicato da: redazione | Sab, 2 Settembre 2023 - 09:19
inps guardia di finanza

I finanzieri della Compagnia Trani hanno accertato una frode all’Inps correlata all’indebita percezione del reddito di cittadinanza per oltre 500 mila euro, segnalando all’Autorità Giudiziaria 48 soggetti poco più che maggiorenni, residenti in Trani e risultati formalmente senza fissa dimora.

In particolare, si tratta di “figli di famiglia”, i quali, mediante la migrazione fittizia della propria residenza di origine, ovvero quella del nucleo familiare, hanno dichiarato di essere “senza fissa dimora”. Nella nuova condizione (meramente formale) di homeless, hanno sottoscritto la prevista Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) per il calcolo dell’Isee dichiarandosi nucleo familiare monocomponente e sono così riusciti ad ottenere indebitamente la provvidenza sociale prevista; con tale artifizio documentale i soggetti sottoposti a controllo hanno incassato indebitamente 350 mila euro e ne avrebbero ricevuti altri 200mila senza l’intervento delle Fiamme Gialle tranesi.

Le indagini di polizia economico-finanziaria svolte dalla Guardia di Finanza ed inquadrate in una più ampia attività di contrasto agli sprechi di risorse pubbliche in stretta sinergia con l’Inps e l’Autorità Giudiziaria, hanno preso le mosse considerando che i soggetti controllati avrebbero dovuto necessariamente essere ricompresi nel nucleo familiare di origine, essendo ad essi preclusa ex lege la possibilità di costituire autonomi nuclei familiari.

La normativa Isee stabilisce infatti che il figlio maggiorenne non convivente con i genitori fa necessariamente parte del nucleo familiare di questi quando ha un’età inferiore a 26 anni, è nella condizione di essere a loro carico a fini Irpef, non è coniugato e non ha figli. I soggetti coinvolti sono stati segnalati dalle Fiamme Gialle all’Inps per l’interruzione delle erogazioni in corso e per il recupero delle somme già percepite.

La posizione dei predetti responsabili è al vaglio della Procura della Repubblica di Trani, alla quale gli stessi sono stati deferiti, con la doverosa precisazione che, per il principio della “presunzione di innocenza”, la colpevolezza delle persone darà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. Sono in corso approfondimenti investigativi tesi ad individuare l’eventuale regia alla base della frode disvelata.

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