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Sms “rubati” e rivenduti per pubblicità: multate due società

Un giro di affari in tutta Italia che portava ad utilizzare anche i numeri di telefono di ignari utenti nell'invio delle comunicazioni pubblicitarie

Pubblicato da: redazione | Gio, 1 Febbraio 2024 - 12:24

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), con il supporto del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di finanza – Gruppo Radiodiffusione ed Editoria, ha eseguito accertamenti su due società nel settore dei servizi di comunicazione elettronica. In particolare, l’Autorità, a seguito di numerose segnalazioni da parte di diversi operatori telefonici, ha richiesto la collaborazione delle Fiamme Gialle in merito alla presenza on-line di una serie di applicazioni mobili illecite (app scaricabili su smartphone da siti o market non ufficiali), il cui funzionamento non era in linea con la normativa del Codice delle Comunicazioni Elettroniche.

Gli utenti che aderivano alla promozione, tramite le funzionalità delle app, cedevano, dietro piccoli compensi, i messaggi SMS inutilizzati rispetto al quantitativo complessivamente contenuto nei pacchetti di offerte sottoscritte con i rispettivi operatori di telefonia mobile. Gli stessi SMS, successivamente reimmessi sul mercato mondiale, venivano venduti a società operanti nel settore delle comunicazioni elettroniche (quali aggregatori/reseller e/o fornitori di messaggistica aziendale), per essere riutilizzati nei servizi di messaggistica pubblicitaria o di marketing di tipo OTP (password usa e getta), A2P (da applicazione a persona) o similari.

Un sistema fraudolento attraverso il quale le società di messaggistica, dopo aver indotto gli utenti dei servizi mobili a contravvenire agli accordi contrattuali sottoscritti con i rispettivi gestori e in base ai quali è vietata la rivendita di qualsiasi servizio fornito, ottenevano cospicui guadagni dalla successiva commercializzazione degli SMS illecitamente acquisiti, cedendoli a un prezzo superiore (€ 0,01) a quello sostenuto (€ 0,005), seppure concorrenziale rispetto all’offerta di mercato.

Nel corso dei controlli, i finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi, coordinati dal Comando Unità Speciali e dal Comando dei Reparti Speciali della Guardia di finanza, hanno acquisito la documentazione contabile e le informazioni utili a qualificare la tipologia del servizio offerto e ricostruire la filiera illegale di commercializzazione dei messaggi SMS.

È così emerso che una prima società di capitali brianzola, operante nel settore della consulenza tecnologica ed informatica, agisse come “operatore di comunicazione” senza averne titolo, mentre una seconda società di capitali, con sede nel modenese, operante nella fornitura di servizi di comunicazione elettronica, gestiva le applicazioni illecite. Dalla lettura della documentazione contabile delle due società, è stato possibile determinare che, con tali modalità illecite, nel triennio 2020-2022, sono stati gestiti 768 milioni di SMS (sia in ambito UE che extra UE), 203 milioni dei quali interessanti il territorio nazionale.

In esito agli accertamenti svolti dalla Gdf, l’Autorità ha avviato un procedimento sanzionatorio che si è concluso con l’irrogazione nei confronti delle società coinvolte di una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 280.000 €, per la mancata corretta identificazione della linea chiamante.

Infatti, queste app inviavano i messaggi dal terminale del cliente che aveva ceduto i propri SMS non utilizzati; pertanto, il numero del cliente appariva come il mittente, con il rischio che questi potesse essere chiamato o, peggio, sfruttato per attività fraudolente o comunque contrarie alla legge (a seguito di furto dell’account on line). I soggetti sanzionati, tramite le piattaforme da loro gestite, “ordinavano” al dispositivo mobile privato di inoltrare SMS a contenuto commerciale con l’utilizzo delle numerazioni degli utenti. Tali messaggi, privi dei riferimenti aziendali dei soggetti giuridici che ne originavano il contenuto, di fatto spostavano la responsabilità dei contenuti sul titolare della numerazione, il tutto in violazione del disposto normativo in materia.

Per contrastare tale fenomeno, l’Autorità, nell’ambito delle attività del Comitato Tecnico sulla Sicurezza delle Comunicazioni Elettroniche, cui partecipa anche la Guardia di finanza, ha adottato un piano di interventi, che prevede l’esecuzione di controlli mirati ed il blocco delle applicazioni individuate in base alle attività di vigilanza svolte. Inoltre, tale piano impegna gli operatori a monitorare gli effetti delle misure adottate e ad informare tutti gli utenti sulla natura illecita di tali pratiche nonché sui rischi connessi all’adesione a tali iniziative (es. blocco della SIM da parte del gestore per utilizzo anomalo).

L’attività risulta frutto delle sinergie tra AGCOM e la Componente speciale della Guardia di finanza, costantemente protese alla tutela degli utenti del mercato e del sistema di comunicazione elettronica

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