Con il campionato fermo per la sosta delle nazionali, sul pianeta biancorosso è tornata prepotentemente alla ribalta la telenovela legata a Malek Humoud Al Sabah, il componente della famiglia reale del Kuwait che avrebbe manifestato l’intenzione di investire in Puglia e nel Bari calcio.
Tutto iniziò nella prima decade di luglio, quando venne fuori la notizia della visita di Al Sabah nel capoluogo pugliese con contestuale incontro informale con il sindaco Vito Leccese presso Palazzo di Città. Nei giorni successivi, in quel di Milano, ebbe luogo anche un colloquio con il presidente del Bari Luigi De Laurentiis. Da quel momento è calato il silenzio ufficiale sulla vicenda, ma non si sono placati i rumors, talvolta contrastanti, come spesso accade quando vengono fuori notizie del genere. L’unica certezza al momento è che nulla è stato firmato e nessuna trattativa è stata avviata. Sicuramente l’interesse di Al Sabah verso il territorio pugliese è concreto, così come lo è anche per altre aree di riferimento del Sud, tra le quali la Sardegna e la Sicilia.
Ma la telenovela è ormai entrata nel vivo e, giustamente, i tifosi del Bari sperano nella svolta: dopo decenni di sofferenze e fallimenti, è giusto sognare in grande. Tuttavia bisognerà fare i conti con la reale volontà dei De Laurentiis di cedere il pacchetto azionario biancorosso. Certo, le ormai famose dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis in Senato, lasciano poco spazio alle speranza a meno di offerte clamorose ed irrinunciabili, fermo restando che gli uomini d’affari arabi non sono degli sprovveduti.
A tal proposito, va chiarito subito un aspetto importante che potrebbe spiegare il motivo che spingerebbe la famiglia reale del Kuwait ad investire nel Sud Italia e nella Puglia in particolare: dal punto di vista degli investimenti, il Kuwait non è il Qatar che, storicamente, ha sempre investito in maniera diversificata e corposa fuori dai propri confini, grazie anche all’utilizzo dei fondi sovrani, vale a dire tutti gli strumenti di investimento pubblico che appartengono direttamente al governo e che vengono utilizzati per investire i surplus fiscali o le riserve valutarie di moneta estera in strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, immobili (real estate in particolare).
Tuttavia, da questo punto di vista, qualcosa sta cambiando nel paese che si affaccia sul Golfo Persico: il Kuwait ha pianificato l’istituzione di un nuovo fondo sovrano chiamato ‘Ciyada’ (“sovrano”, in arabo) per sviluppare l’economia locale e promuovere mega progetti fuori dai propri confini. Il Ministero delle Finanze e la Kuwait Investment Authority (KIA) sono al lavoro per studiare i piani d’investimento per questo fondo che mira ad investimenti stranieri e del settore privato. Il fondo Ciyada sarà utilizzato per accelerare la crescita economica e diversificare l’economia del paese arabo. A supervisionare il progetto ci sarà la stessa KIA, che gestisce già oltre 800 miliardi di dollari.
Insomma, a spingere gli Al Sabah ad allargare l’orizzonte dei loro investimenti e mettersi allo stesso passo di altri paesi del territorio arabo come Qatar, Bahrein e gli stessi Emirati arabi, sarebbe proprio questa volontà di rimettersi al passo e trasformare i proventi del 7% delle risorse petrolifere mondiali in qualcosa di “invidiabile”. Senza dimenticarci l’aspetto puramente sportivo e calcistico, con la ferma volontà dei reali del Kuwait di recuperare posizioni sia all’interno dell’area araba che in Europa, rispetto ai qatarioti.