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Bari, l’appello dal Romanazzi: “No a fusione con il Perotti”

Proseguono le polemiche sul tema dimensionamento scolastico. Un ex rappresentante: "Unico modo per salvarlo? Dimensionamento con Giulio Cesare"

Pubblicato da: redazione | Mer, 27 Novembre 2024 - 11:49
GiulioCesare

“Il dimensionamento con il Giulio Cesare è l’unico modo per salvare il Romanazzi e mantenerne l’autonomia”. A dichiararlo è Davide Picci, ex rappresentante d’istituto della scuola contrario alla fusione di quest’ultima con il Perotti. Nelle scorse settimane c’erano state polemiche tra la città metropolitana di Bari e la Uil sul tema del dimensionamento scolastico in seguito all’annuncio relativo proprio al Romanazzi e al Giulio Cesare interessate da un accorpamento per dare seguito a quanto previsto dalla riforma pensata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Accorpamento che diventerà realtà, non però nelle modalità precedentemente pensate, fattore che fa storcere il naso a molti.

“Da ex rappresentante d’istituto del Romanazzi – ha proseguito Picci – penso che l’unico modo per salvare l’autonomia e l’orgoglio di una delle più storiche e importanti scuole della città di Bari sia accettare la proposta di dimensionamento con il Giulio Cesare fatta dalla Città Metropolitana. Mi sorprende come alcuni consiglieri d’istituto (e non) che, ad inizio anno o negli anni precedenti votavano il dimensionamento con istituti completamente differenti nell’offerta formativa, adesso siano improvvisamente diventati i paladini della giustizia contro un dimensionamento che non andrebbe a compromettere in alcun modo il corpo studentesco, docente e il personale ATA del Romanazzi e che incontrerebbe perfettamente quella che è l’offerta formativa dell’istituto. Aggiungo che si sarebbero dovuti consultare i ragazzi, la cui componente non è stata fatta partecipare al consiglio d’istituto del 7 ottobre 2024 in cui si è votato per la fusione col Perotti. Mi auguro che si scongiuri la possibilità che per una scarsa visione in prospettiva si vada ad “uccidere” la scuola che ha cresciuto migliaia di baresi, tra cui me e che, rappresenta l’anima vera della nostra città”, ha concluso.

Foto repertorio

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