“Tutti a piangere il palazzo crollato e la signora disabile che ci viveva di 72 anni di cui è incerta la fine. Eppure era un problema di progetto da attuare in fretta di opere provvisionali da apprestare con urgenza. Era il palazzo del mio Correlatore Prof Carmelo Torre , scomparso alla fine del 2024 e costretto pure lui ad evacuare l’ edificio e a trovare una soluzione abitativa di fortuna”. Inizia così il suo racconto il professore Vincenzo Moncada, ricordando quel palazzo che ormai non c’è più.
“Aveva più volte espresso dubbi sui tempi, costi e modalità affinché si realizzasse il ripristino dei pilastri e tutti, anche i meno abbienti, potessero trovare una soluzione abitativa alternativa e i fondi per intervenire. Per anni mi aveva parlato del mutuo che si era accollato lasciando la Sicilia e scegliendo Bari come sua città di elezione. Aveva venduto le sue radici in Sicilia per fare affidamento su nuove radici in Puglia, a Bari – continua Moncada – Radici che si sono dimostrare fragili come i pilastri senza copriferro, corrosi dall’ umidità.
Lui è morto. La sua casa crollata. Le radici vengono meno di questi tempi come vengono meno le fondamenta degli edifici e delle famiglie e la volontà di costruire e ricostruire dove le crepe si sono aperte e vanno riparate. Prevale egoismo e autoreferenzialità. Quando si fa un passo in avanti per la comunità subito prevalgono interessi personali e personalismi! E tutto si traduce in un nulla di fatto. Questi sono i brutti e futili tempi in cui viviamo”.