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In Puglia si spende un euro su tre per mangiare fuori casa

i dettagli

Pubblicato da: redazione | Mer, 5 Marzo 2025 - 11:18
foto freepik

Con quasi un euro su tre speso per mangiare fuori casa, è divenuta imprescindibile l’indicazione dell’origine dei cibi serviti e consumati nei menu degli oltre 40mila ristoranti, pizzerie, bar e attività di ristorazione mobili, oltre che  nelle mense che somministravano pasti preparati, presenti in Puglia. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base degli ultimi dati Circana che a gennaio 2025 confermano il trend, sottolineando che la spesa dei consumi alimentari fuori casa regista una crescita del 10,9% rispetto al periodo pre-Covid.

Le stime del 2025 fanno ipotizzare un +3% sulla spesa e un +1,6% nelle visite che consolida il peso dei consumi fuori casa sulla spesa alimentare. Dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco, secondo l’Osservatorio Coldiretti, quando in  alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione, considerato che in Puglia sono 20.207 i ristoranti, 8.005i  bar, 11.993 i servizi di ristorazione mobile e 194 i servizi per la fornitura di pasti preparati. L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione, ma occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole e gli altri operatori della filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.

Il Made in Italy con certificazione europea dal campo alla tavola targato Puglia è rappresentato da un totale di 60 Cibi e Vini certificati DOP e IGP, la regione numero 8 in Italia per prodotti DOP, IGP, STG, a cui si aggiungono le 4 STG nazionali e le 2 bevande spiritose IG regionali, per un totale di 66 Indicazioni Geografiche. A livello economico, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore dei prodotti DOP e IGP in Puglia vale 678 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 6,9% e quello vitivinicolo per il 93,1%, dove Dop, Igp e i 365 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Masaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi presìdi della biodiversità. Ma anche la  superficie agricola destinata a biologico raggiunge i 311mila ettari in Puglia, confermando la Puglia al top della classifica nazionale per l’agricoltura biologica e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.

Primati che vanno però difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo cosce di prosciutto estero dopo essere state salate e stagionate vengono vendute per italiane e lo stesso capita col latte straniero che diventa mozzarella italiana. Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola.

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