Nessuna tregua dal “caro prezzi” per le famiglie baresi che anche quest’anno, per le festività pasquali, sono andate a “caccia di risparmio” per via di prezzi in alcuni casi “inaccessibili”. Dal costo dei biglietti che hanno portato alcuni a rinunciare, alle gite fuori porta, sino ai pranzi nelle trattorie o, semplicemente, ai prezzi della spesa. Sono tante le questioni che hanno “agitato” i cittadini che, ormai, da diversi anni, complice, tra le altre cose il caro bollette, vivono di rinunce, soprattutto durante le festività.
“Anche quest’anno ho rinunciato a tornare a casa – ha spiegato una cittadina Barese che vive da anni al nord – i biglietti dei voli sono aumentati di circa il 30% e ci sono prezzi alti anche per gli altri mezzi di trasporto. Purtroppo con il mio lavoro non posso permettermi di sapere in anticipo quando posso partire, per questo quest’anno non sono tornata a Bari, avrei dovuto pagare almeno 200 euro andata e ritorno, senza bagagli, cosa difficile soprattutto al rientro dalla Puglia”, ha concluso. “Io ho preso un biglietto al volo – ha spiegato invece uno studente fuori sede – ma ho fatto diversi scali. Con gli aerei diretti i prezzi erano folli. In questo modo ho pagato almeno 100 euro in meno, sicuramente stressante, ma non potevo non tornare dalla famiglia per le feste”, ha concluso. La caccia al risparmio però non riguarda solo i voli. Anche i prezzi del carrello spesa e delle “gite fuori porta” con pranzi al ristorante o in trattoria, hanno subito variazioni di prezzo che hanno portato alcuni a rinunciare.
“L’anno scorso costavano ancora 40 euro a testa – spiega Patrizia – quest’anno non si spende meno di 50-55 euro a testa. Eppure fino a pochi anni fa, per un pranzo fuori il lunedì di Pasqua o pasquetta riuscivi a cavartela anche con massimo 30 euro a persona. I prezzi sono aumentati in maniera esorbitante. Così quest’anno abbiamo messo da parte la nostra solita tradizione e abbiamo optato per una giornata in villa”, ha concluso. “Per il pranzo di Pasqua? Fermo restando che agnello non lo mangiamo, i prezzi che ho visto sono altissimi. Ho comprato in anticipo tutto quello che ho potuto, basandomi sulle offerte. Non si può pensare di strafare quando poi, nei giorni normali, si fa fatica ad andare avanti e a portare a casa il pane. Aumenta tutto, ma non gli stipendi. Non si può più vivere. E anche Bari, città per la quale tanti amici al Nord mi invidiavano per i prezzi bassi, è diventata intoccabile”, ha concluso.