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Trapianti, il modello Bari presentato a Torino

Al Meeting Grandi Ospedali

Pubblicato da: redazione | Ven, 30 Maggio 2025 - 11:24
DCD_Prof Bottio prelievo cuore

Organizzazione integrata delle unità operative e tempi di attesa tra i più bassi d’Italia: il Policlinico di Bari ha portato la sua esperienza nel campo dei trapianti al Meeting Grandi Ospedali di Torino. A rappresentare la struttura pugliese è stato il direttore generale, Antonio Sanguedolce, che ha illustrato i risultati raggiunti e le prossime sfide del polo trapiantologico barese, ormai punto di riferimento a livello nazionale. Nei primi mesi del 2025 con coordinamento del Centro regionale trapianti sono già stati eseguiti 112 trapianti, di cui 41 di cuore, 31 di fegato e 40 di rene.  A conferma dell’efficacia del modello multidisciplinare e dell’elevata professionalità raggiunta dalle unità operative trapiantologiche, ci sono i tempi di attesa: in Puglia si attende mediamente 0,3 anni per un trapianto di fegato e 0,6 per un cuore, contro una media nazionale rispettivamente di 1,6 e 3,3 anni. Mentre sul rene il dato è in linea con quello nazionale.

“Per consolidare gli ultimi quattro anni di continua crescita, abbiamo riunito in un unico Dipartimento funzionale tutte le 15 unità operative coinvolte nel programma trapianti – ha spiegato il direttore Sanguedolce – tra cui la nuova Unità Operativa di Danno Epatico e Trapianto, che ci permetterà di migliorare la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti trapiantati o candidati al trapianto di fegato. L’intera logistica delle unità operative è stata ripensata per garantire percorsi rapidi ed efficaci. In questa fase stiamo investendo in tecnologia, con sistemi di perfusione che ci consentono di trapiantare organi anche prelevati a centinaia di chilometri di distanza, con margini di sicurezza e successo sempre più alti. Solo nel 2024, il 75% dei cuori trapiantati proveniva da fuori regione, il 10% addirittura dall’estero”.

“Abbiamo previsto, grazie alla Regione Puglia, oltre 140 nuove assunzioni tra medici, infermieri, OSS e tecnici per sostenere la crescita dell’attività trapiantologica. È un investimento nel capitale umano che consideriamo strategico per un programma trapianti efficiente e orientato al futuro”, ha concluso Sanguedolce.

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