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Cure per malattie cardiache, in Puglia più anni di vita persi

Ancora alto il divario tra Nord e Sud

Pubblicato da: redazione | Ven, 6 Giugno 2025 - 15:54
Foto Freepik

In Italia si muore meno per malattie cardiovascolari rispetto a vent’anni fa, ma non ovunque allo stesso modo. Il Sud resta indietro su prevenzione, diagnosi e accesso alle cure. È quanto emerge dal secondo rapporto su equità e salute dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che fotografa forti disparità regionali e una mobilità sanitaria ancora preoccupante.

Il tasso di ricovero per infarto è diminuito sensibilmente: -20% negli uomini e -34% nelle donne a livello nazionale. Ma nel 2023, le Regioni del Sud, tra cui la Puglia, hanno registrato ancora i valori più elevati: 223 ricoveri ogni 100mila abitanti per gli uomini e 78 per le donne. Si tratta di numeri superiori alla media nazionale e nettamente più alti rispetto al Centro-Nord. Sul fronte della mobilità sanitaria, la situazione è critica: nel Sud, più di un paziente su quattro è costretto a spostarsi in altre regioni per ricevere cure cardiochirurgiche. Per interventi complessi come il bypass aortocoronarico, in Calabria il tasso di “fuga” ha raggiunto il 29,5% nel 2023. Anche la Puglia presenta una mobilità significativa, segno di carenze strutturali che spingono i pazienti verso il Nord per ricevere cure specialistiche.

La situazione è simile per gli interventi alle valvole cardiache: il Sud ha toccato un picco del 27% di mobilità, con una leggera riduzione solo nel periodo post-pandemico. Per quanto riguarda la mortalità, i decessi per malattie cardiovascolari sono calati drasticamente: da 904 a 266 ogni 100mila abitanti tra il 1980 e il 2021. Tuttavia, il Mezzogiorno continua a registrare tassi superiori alla media nazionale, in particolare per le malattie ischemiche del cuore.

In termini di anni di vita persi, le disuguaglianze sono ancora più evidenti: tra gli uomini del Sud si perdono mediamente più anni rispetto al resto del Paese. Ad esempio, in Campania si registrano 664,4 anni di vita persi ogni 100.000 abitanti, contro una media nazionale di 569,5. Anche Bari e la Puglia, pur non ai livelli record della Calabria, seguono un trend simile. Infine, preoccupano gli stili di vita: cresce la sedentarietà, passata dal 23% al 28%, e aumentano sovrappeso e obesità, con dati peggiori proprio nelle Regioni del Sud. In Puglia, il 33% della popolazione adulta è in sovrappeso e il 10% obesa, in linea con i dati più critici del Mezzogiorno.

Il rapporto Iss lancia un messaggio chiaro: la salute del cuore è migliorata, ma non per tutti allo stesso modo. Interventi mirati e rafforzamento dei servizi sanitari regionali sono necessari per colmare il divario, soprattutto in Regioni come la Puglia, dove i cittadini continuano a pagare il prezzo di una sanità a doppia velocità.

Foto freepik

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