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Confagricoltura: “Xylella i ritardi dell’ARIF mettono a rischio i vigneti”

Confagricoltura Puglia lancia l’allarme sui gravi ritardi dell’Arif

Pubblicato da: redazione | Ven, 1 Agosto 2025 - 10:33
foto cia
Confagricoltura Puglia lancia l’allarme sui gravi ritardi dell’Arif, l’Agenzia regionale per le Attività irrigue e forestali, nell’eradicazione dei vigneti colpiti dalla Xylella fastidiosa. In alcune zone, passano anche sette mesi tra l’ordinanza di abbattimento e l’intervento effettivo: tempi inaccettabili, che rischiano di trasformare i focolai in veri e propri epicentri di contagio. “La Xylella non aspetta,” denuncia Antonello Bruno, presidente regionale dell’organizzazione. “Se vengono impiegati mesi per rimuovere una pianta infetta, offriamo al batterio tutto il tempo per propagarsi, soprattutto nei vigneti della provincia di Bari, che oggi sono sotto attacco.” Confagricoltura punta il dito contro una governance poco efficace: il presidente dell’ARIF ricopre anche il ruolo di vertice del Consorzio di Bonifica del Centro-Sud Puglia. “Parliamo di incarichi delicatissimi, che richiederebbero dedizione piena,” osserva Bruno. “Per questo chiediamo al presidente Michele Emiliano di nominare figure distinte e impegnate a tempo pieno sia per l’ARIF che per il Consorzio. Serve una gestione che metta davvero al centro le urgenze del mondo agricolo.” La Xylella fastidiosa subsp. fastidiosa, responsabile della malattia di Pierce, rappresenta una nuova minaccia per le vigne pugliesi. Un’eventuale diffusione su larga scala comprometterebbe non solo la produzione di uve da vino e da tavola – tra le più apprezzate a livello internazionale – ma anche il turismo legato all’enogastronomia, un settore in forte crescita e strategico per la regione. Il precedente del 2013 con gli olivi del Salento è ancora una ferita che si allarga. Allora fu la sottospecie pauca a distruggere milioni di piante, dando origine al CoDiRO (Complesso del disseccamento rapido dell’olivo). “Pagammo l’indecisione, i rinvii, perfino le teorie negazioniste,” ricorda Bruno. “Il bilancio: oltre un miliardo di euro di danni, un paesaggio stravolto, un tessuto economico lacerato. Non possiamo permetterci di ripetere lo stesso errore con la vite.” Da qui l’appello doppio: alla Regione, per risolvere i nodi gestionali dell’ARIF e assicurare risposte rapide; e ai viticoltori, chiamati a una sorveglianza attenta dei propri impianti. “Come facciamo con gli olivicoltori, invitiamo anche i produttori di uva a osservare i vigneti con cura, segnalare i sintomi sospetti – foglie bruciate, germogli avvizziti, grappoli secchi – e sradicare subito le piante malate. Solo con una reazione collettiva e tempestiva, supportata dalla scienza, possiamo evitare un nuovo disastro.
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