Questa mattina il mondo del privato sociale pugliese è tornato a far sentire una voce che, da mesi, chiede ascolto. Cooperative e sindacati hanno protestato per le tariffe ferme da anni e contro un welfare che, a loro dire, continua a essere trattato come un settore secondario nonostante rappresenti un pilastro per migliaia di famiglie.
La protesta arriva dopo una lunga serie di appelli rimasti senza risposta: dall’assemblea unitaria di settembre allo stato di agitazione lanciato nelle settimane successive. Numeri alla mano, in Puglia il sistema delle cooperative sociali è tutt’altro che marginale: oltre 1.200 realtà, 24mila lavoratori e circa 400 milioni di euro in salari, impegnati ogni giorno nell’assistenza a persone fragili e nella tenuta sociale delle comunità.
Eppure, denunciano le centrali cooperative, il quadro economico è diventato insostenibile. Le tariffe dei servizi in appalto non sono state adeguate al nuovo contratto nazionale e le risorse destinate al welfare, secondo gli operatori, sono ferme a dieci anni fa. Mentre i costi aumentano, le rette rimangono immutate, lasciando le cooperative a coprire di tasca propria gli incrementi previsti dal CCNL.
Nel confronto con i parlamentari presenti, le organizzazioni hanno rilanciato due richieste considerate ormai improrogabili: aggiornare le risorse del welfare ai bisogni reali e introdurre un adeguamento automatico delle tariffe al costo del lavoro. Perché con l’attuale squilibrio, sostengono, molte strutture rischiano la chiusura, con conseguenze pesanti sia sui servizi che sull’occupazione.
«La dignità dei lavoratori l’abbiamo sottoscritta noi – ha ricordato Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia – ma finora gli aumenti sono stati sostenuti solo dalle cooperative e dalle loro famiglie». Una preoccupazione condivisa anche da Pasquale Ferrante, vicepresidente vicario di Legacoop Puglia, che ha parlato di “grave disattenzione” verso un comparto essenziale. «Così rischiamo di chiudere servizi fondamentali e lasciare spazio a chi non rispetta le regole», ha aggiunto.