“Essere donna è come essere due dentro un corpo. Quella che esiste e quella che si guarda esistere, la sorvegliante e la sorvegliata, il soggetto e l’oggetto di me stessa, non solo degli altri, di me stessa”. È l’assunto da cui parte Freevola. Confessione sull’insostenibile bisogno di ammirazione per scardinare tutti i concetti che la società moderna porta con sé riguardo il femminile. Lo spettacolo di e con Lucia Raffaella Mariani (produzione Trento Spettacoli) fa il suo debutto nazionale giovedì 27 luglio alle ore 21 nell’Arena all’aperto del Teatro Kismet di Bari. Nuovo appuntamento della rassegna ‘C’è aria di festa’, a cura di Teresa Ludovico per Teatri di Bari.
Come si gestisce questo conflitto tra lo sguardo del mondo sul proprio corpo e le bambine che siamo dentro? Tra noi stesse che ci sorvegliamo e le bambine che siamo dentro? È attraverso l’ammirazione che si ottiene l’amore? “Il corpo agisce poi nel mondo il risultato di un conflitto interno costante, e normalizzato dunque: invisibile. È per questo che sembro, e sembriamo – noi ragazze di vent’anni e non solo – Frivole” racconta la Mariani. Uno spettacolo in cui il pubblico stesso si fa protagonista, responsabile dei giudizi sulla signorina Mariani che irrompe in scena. può usare un pollice in giù nel caso in cui la signorina non sia di suo gradimento, un pollice in su nel caso lo sia, può lanciare sul palco una rosa trovata sotto la sua sedia se sente un moto d’amore. Dall’altra parte, sul palco, la signorina Mariani, nel tentativo di essere irresistibile e di ricevere tutte le rose che la giuria possiede, si fa sopraffare dalle sue insicurezze e fragilità, e non può fare altro che dare il via ad una confessione tragicomica, frammentata, poetica sul dovere di piacere. Lo spettacolo è a ingresso libero, fino a esaurimento posti.