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Morti sul lavoro, Puglia in zona rossa: rischio tra i più alti

Brindisi, Bari e Foggia in testa per incidenza di mortalità

Pubblicato da: redazione | Mer, 9 Luglio 2025 - 17:16
foto freepik

In Puglia si continua a morire di lavoro. Con un indice di mortalità pari a 15,3 decessi ogni milione di occupati, la regione si colloca ben al di sopra della media nazionale (11,6), entrando ufficialmente nella zona rossa della mappa dei rischi elaborata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering.

“La Puglia è tra le aree più critiche del Paese – spiega l’ingegnere Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio – “l’indice di mortalità è uno dei più preoccupanti a livello nazionale. Fare prevenzione non è più solo un dovere morale, ma un’urgenza assoluta”. I dati aggiornati a maggio 2025 mostrano una distribuzione territoriale che evidenzia situazioni particolarmente gravi. Brindisi registra l’incidenza più alta, con 38,7 morti per milione di lavoratori, seguita da Bari (19,2) e Foggia (16,1). Tutte e tre le province si collocano nella zona rossa. Taranto, con un valore di 13,7, rientra invece in zona arancione, mentre Barletta-Andria-Trani (8,6) e Lecce, che non ha registrato alcuna vittima, si trovano in zona bianca.

In termini assoluti, il numero maggiore di morti si registra a Bari con 10 vittime, seguita da Brindisi con 7, Foggia con 5, Taranto con 2 e una sola vittima ciascuna a BAT e Lecce. Per quanto riguarda gli infortuni mortali in occasione di lavoro, la situazione non cambia: Bari guida la classifica con 9 vittime, Brindisi ne conta 5, Foggia 3, Taranto 2, BAT una e Lecce nessuna. Nel 2025, il settore con il più alto numero di denunce di infortunio è quello sanitario, con 1.063 casi solo nei primi cinque mesi dell’anno. Un dato che sorprende, considerando l’attenzione solitamente riservata ad ambiti come edilizia e agricoltura, e che sottolinea le condizioni critiche in cui operano molti lavoratori della sanità.

L’indice di incidenza degli infortuni mortali misura il numero di decessi ogni milione di occupati, permettendo di confrontare il rischio reale nelle diverse aree del Paese, a prescindere dalle dimensioni della forza lavoro. L’Osservatorio Vega utilizza una mappa a colori per rappresentare il livello di rischio: bianco per le regioni con incidenza inferiore al 75% della media nazionale, giallo per quelle sotto la media, arancione per quelle poco sopra, rosso per le aree dove il pericolo è molto elevato. Con un’incidenza superiore del 30% rispetto alla media, la Puglia si conferma purtroppo una delle regioni italiane più esposte.

Si tratta di una vera e propria strage silenziosa. Ogni numero racconta una storia spezzata, una famiglia colpita, una comunità che soffre. Le statistiche non bastano più: servono misure concrete, più controlli, formazione mirata e una cultura della sicurezza che non resti sulla carta. Perché nessun lavoro dovrebbe mai valere una vita.

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