“Siamo stanchi, siamo delusi, siamo incazzati”. Non usa giri di parole il Comitato No Muri nel commentare la bocciatura in Parlamento dell’ordine del giorno n. 9/02416-A/070, discusso il 10 luglio 2025, con cui si chiedeva il ripristino dei fondi per il Nodo ferroviario di Bari Nord. Un provvedimento presentato da un parlamentare barese che, secondo il comitato, era destinato fin dall’inizio “a non produrre alcun effetto concreto”.
“Che senso ha presentare un odg come unico firmatario, sapendo che la risposta sarebbe stata negativa al 1000%?”, si chiedono, denunciando quella che definiscono “la solita mossa creata ad arte per confezionare una polemica (in)utile” e alimentare il consueto scontro politico tra centrodestra e centrosinistra. Per il Comitato No Muri, spiegano in un lungo post pubblicato sui social “sarebbe stato più utile costruire una proposta di emendamento condivisa, coinvolgendo più parlamentari anche di schieramenti diversi”, invece di mettere in scena “una tiritera che ci accompagna da (troppi) decenni”. Da qui l’appello diretto anche a forze politiche come M5S, Azione e Italia Viva al fine di trovare risposte immediate ad una problematica che, nel Municipio 5 in particolare, sta creando non pochi disagi da anni: “Se ci siete, battete un colpo”, hanno sottolineato.
Ma non è tutto. Il comitato denuncia anche quella che definisce “la beffa”, ovvero il comunicato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblicato il 12 giugno 2025, dal titolo: “Ferrovie: nodo ferroviario di Bari strategico”. In quel testo, però, si fa riferimento solo al Nodo Bari Sud, mentre del tratto Nord – al centro delle contestazioni – non si fa menzione. “Menomale che il nodo ferroviario di Bari è strategico!”, commentano con amarezza. “Su questo tema tanta gente ci ha marciato e molta pensa ancora di poterci marciare. La politica tutta, nessuno escluso, ha grandi responsabilità”, scrivono. E rilanciano: “Ora è il momento di spegnere i fuochi e creare un dialogo tra tutte le parti in modo da raggiungere un unico obiettivo comune” concludono rivolgendosi poi alle forze politiche. “Questo territorio non vuole più leggere storie, ma vuole ora più che mai fatti concreti. Chiediamo alla politica locale e nazionale se, dopo tanti anni di bugie e promesse, vuole finalmente (e realmente) chiudere questa storia o preferisce continuare per altri 60 anni?”.
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