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Da Bari ai mondiali di Kick Boxe a Roma: “Lo sport mi ha salvato”

La storia di Salvatore Malcangi, 15enne barese

Pubblicato da: Francesca Emilio | Mer, 16 Luglio 2025 - 16:32
Salvatore Malcangi

“Per strada combinavo troppi guai, lo sport mi ha salvato”. Inizia così il racconto di Salvatore Malcangi, 15enne barese, residente in particolare a Palese, nel Municipio 5 che adesso ha le idee chiare sul suo futuro grazie allo sport a cui si è avvicinato recentemente, la Kick Boxe: “Sogno di arrivare nei circuiti da pro più importanti al mondo come glory, enfusion ONE championship e vincerli con vicino a me il mio team, i miei amici e la mia famiglia”. Ma andiamo per gradi.

Salvatore, classe 2009, ha iniziato a praticare la Kick Boxe  e K1 circa tre anni fa. All’inizio era solo un modo per svagarsi e “Non pensare”, poi però è diventata una vera e propria passione che lo ha portato ad impegnarsi quotidianamente per raggiungere i suoi obiettivi. Così, nel giro di tre anni, ha conquistato diversi traguardi: è quattro volte campione italiano 3 xfc e 1 wkf, ha vinto i campionati europei xfc ed è arrivato secondo ai mondiali vincendo la semifinale contro un ragazzino olandese. Il suo record totale è di oltre 45 vittorie e 6 sconfitte. Mentre nella stagione attuale risulta imbattuto e ha vinto 27 incontri di fila, l’ultimo durante la Fighter Selection xfc in seguito alla quale, dopo la vittoria contro un avversario bosniaco, ha staccato nuovamente il pass per i mondiali che si terranno a Roma il prossimo 31 ottobre.

“Farò di tutto per avverare il mio sogno – ha raccontato Salvatore – ho iniziato a praticare il 14 settembre del 2023, nel giorno del compleanno di mia madre. Ho iniziato perché stavo sempre per strada e combinavo troppi guai e un giorno chiesi a un mio amico se voleva venire con me a fare una prova. Così, andai. Il maestro lo conoscevo già perché andai a fare una prova quando ero più piccolo, si ricordava di me e mi disse che se avessi avuto la testa mi avrebbe portato a combattere… dopo 3 mesi ho fatto il mio primo incontro e l’ho vinto”, ha sottolineato. “Devo ringraziare i miei genitori, in particolare mio padre che mi supporta da sempre ed è vicino a me e anche il mio maestro che è stato anche un grande atleta e mi sta insegnando tutto quello che può”, racconta ancora evidenziando le difficoltà che si incontrano nel praticare questo sport.

“Richiede tanti sacrifici – spiega – ci vuole molta testa e costanza, poi ci vuole resistenza, tecnica, forza e velocità. La cosa più brutta? Un giorno sei tutto, il giorno dopo non sei più nessuno. Non bisogna mai arrendersi. A Bari molti si stanno avvicinando a questa disciplina, tra loro tanti che prima volevano diventare calciatori. Ma quello è un mondo difficile. Sono contento che invece ci sia spazio in questo sport. Per ora il mio rimane un sogno, ma farò di tutto per farlo avverare”, conclude.

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