In Puglia tornano a salire gli infortuni sul lavoro nel settore dell’edilizia. Secondo i dati dell’Inail regionale, tra gennaio e settembre 2025 sono state presentate 1.363 denunce, contro le 1.281 dello stesso periodo del 2024: un aumento del 6,4%. Nel complesso, in tutti i comparti produttivi, nei primi nove mesi dell’anno le segnalazioni hanno superato quota 20.600. L’anno precedente, nel 2024, gli incidenti denunciati nei cantieri erano stati 2.028, una media di più di cinque al giorno.
I numeri sono stati diffusi durante l’incontro conclusivo del progetto “Di lavoro si vive”, ospitato nella sede dell’Inail Puglia. Un percorso formativo rivolto ai lavoratori dei settori agricolo e delle costruzioni, promosso da Cgil Puglia insieme alle categorie di riferimento e all’ente di formazione Smile Puglia.
“Questi dati confermano che non possiamo abbassare la guardia”, ha dichiarato Ignazio Savino, segretario generale Fillea Cgil Puglia. “L’aumento dei cantieri non può tradursi in ritmi insostenibili, mansioni accelerate e formazione insufficiente. Ancora oggi ci si infortuna — e spesso si muore — per le stesse cause di cinquant’anni fa: cadute dall’alto, carichi sospesi, assenza di adeguate misure di sicurezza”.
Il sindacato denuncia anche un quadro complesso fatto di precarietà, lavoro nero e grigio, ricatti ai danni dei lavoratori stranieri — “raddoppiati nel settore edile” — e difficoltà delle piccole imprese a investire in innovazione e formazione. “In queste condizioni — prosegue Savino — gli operai sono spesso impossibilitati a segnalare rischi o violazioni. La repressione non basta: serve prevenzione e una strategia regionale chiara”.
Fra le criticità ricordate, anche le malattie professionali: disturbi articolari e muscolari e patologie legate all’esposizione all’amianto, ancora presente in diverse strutture. La Fillea Cgil chiede al nuovo governo regionale un confronto per definire standard uniformi di prevenzione, l’introduzione di una patente a punti per escludere dalle gare pubbliche le imprese irregolari e una riorganizzazione delle turnazioni nei cantieri “per aumentare l’occupazione a parità di salario”. Critiche anche al governo nazionale, accusato di aver “liberalizzato l’uso dei contratti e il subappalto a cascata”. “Sono tutti motivi — conclude Savino — per cui invitiamo i lavoratori ad aderire allo sciopero del 12 dicembre indetto dalla Cgil”.
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